I vertici di Acqualatina, i responsabili della sicurezza e anche il collega che era con lui quel maledetto 12 aprile. Sono sei gli indagati per la morte sul lavoro di Massimo...
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L’uomo stava riparando le pompe di un impianto in località Melogrosso, dopo il furto di cavi di rame avvenuto nella notte, ha chiesto al collega di andare a prendere una chiave ma quando l’uomo è tornato lo ha trovato a terra ormai senza vita. Una “scarica” da 380 volt non gli aveva lasciato scampo. Immediati gli accertamenti disposti dalla Procura di Latina. Il sostituto Daria Monsurrò oltre alla relazione del servizio “Spresal” della Asl di Latina - che ha rilevato una serie di criticità nei sistemi di sicurezza - aveva affidato anche una perizia.
Nei giorni scorsi la notifica degli avvisi di garanzia per l’assurda fine del cinquantenne che era un grande esperto in quel genere di interventi ma che si è trovato - purtroppo - al posto sbagliato, nel momento sbagliato e senza le minime condizioni previste in casi del genere.
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