Latina, il business delle aree agricole: ecco come triplicavano il valore

La tavola del Masterplan, in celeste le aree agricole trasformabili
LATINA - Lo studio delle carte acquisite dagli agenti del Corpo forestale sarà sicuramente utile a far luce sugli affari in zona L, ma nel frattempo quelle carte...

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LATINA - Lo studio delle carte acquisite dagli agenti del Corpo forestale sarà sicuramente utile a far luce sugli affari in zona L, ma nel frattempo quelle carte possono servire a noi per capire come si è indirizzata la politica urbanistica del capoluogo. Nel dicembre 2012 gli uffici portano in Consiglio il famigerato ”masterplan” della pianificazione. E' già tutto lì dentro. C'è allegata una tavola in cui sono colorate di azzurrino le aree agricole che verranno trasformate in città. Il colpo d'occhio è mostruoso. Il perimetro urbano viene praticamente raddoppiato e ci sono anche quattro corridoi che arrivano fino al mare, anche lì l'intera fascia della Marina (tra Capoportiere e Foce Verde, dal mare al Colmata) diventa oggetto di interventi di riqualificazione urbana. E in più ci sono i borghi.


Direte: normale prevedere la possibilità di pianificare lo sviluppo della città. Vero. E in effetti la delibera che viene portata in Consiglio dice proprio questo: «Indirizzi preliminari alla redazione del documento programmatico per la pianificazione urbanistica comunale». In realtà la relazione del Masterplan allegata aggiunge al titolo, tra parentesi, «art. 11 della legge 21 del 2009 - Piano casa». E premette subito: «Per i problemi del territorio vi è la necessità che l'amministrazione locale rifiuti formule normative standard e favorisca invece approcci locali ricorrendo il più possibile agli strumenti offerti da specifiche leggi regionali in materia». Appunto, la legge 21 del 2009, il Piano casa. Eppure fino a quel momento sono state avviate da pochi anni revisioni o studi di fattibilità per 31 strumenti urbanistici, tra piani particolareggiati e cosiddetti «ambiti». Praticamente tutto il territorio. E allora? A cosa serve questo Masterplan? A preparare la strada ai programmi integrati di intervento, ovvero quegli strumenti urbanistici che consentono di costruire in deroga sulle aree agricole. E che, soprattutto spostano il boccino della programmazione nelle mani dei privati. Infatti, sei mesi dopo questo consiglio comunale, nel giugno 2013, viene approvato l'avviso pubblico con cui si invitano i privati a offrire aree e proporre interventi di riqualificazione urbana. Stiamo parlando di quelle 89 domande di Print che sono ancora sub iudice perché l'ultima amministrazione è caduta prima che potesse approvarle. In quelle 89 domande ci sono interventi imponenti che si fa fatica a considerare di riqualificazione urbana visto che in buona parte incidono su terreni in aperta campagna.


Ma perché questa smania di spostare in zona agricola lo sviluppo della città? In realtà le revisioni dei Ppe del perimetro urbano dimostrano che dentro Latina ci sono ancora ancora aree e cubature a bizzeffe da utilizzare. E allora? Una questione di costi. L'area agricola può essere acquistata a circa 70 euro il metro quadrato. Nel momento in cui diventa edificabile triplica il suo valore. E' un ragionamento che vale anche al contrario: acquistare terreni edificabili costa tre volte di più. Visto quello che è accaduto nella zona L (dove un terreno è stato acquistato da una srl vicina a consiglieri comunali dopo l'ok in commissione urbanistica allo studio di fattibilità che ne trasforma la destinazione), viene da chiedersi se gli 89 Print dovevano avere lo stesso scopo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero