Direte: normale prevedere la possibilità di pianificare lo sviluppo della città. Vero. E in effetti la delibera che viene portata in Consiglio dice proprio questo: «Indirizzi preliminari alla redazione del documento programmatico per la pianificazione urbanistica comunale». In realtà la relazione del Masterplan allegata aggiunge al titolo, tra parentesi, «art. 11 della legge 21 del 2009 - Piano casa». E premette subito: «Per i problemi del territorio vi è la necessità che l'amministrazione locale rifiuti formule normative standard e favorisca invece approcci locali ricorrendo il più possibile agli strumenti offerti da specifiche leggi regionali in materia». Appunto, la legge 21 del 2009, il Piano casa. Eppure fino a quel momento sono state avviate da pochi anni revisioni o studi di fattibilità per 31 strumenti urbanistici, tra piani particolareggiati e cosiddetti «ambiti». Praticamente tutto il territorio. E allora? A cosa serve questo Masterplan? A preparare la strada ai programmi integrati di intervento, ovvero quegli strumenti urbanistici che consentono di costruire in deroga sulle aree agricole. E che, soprattutto spostano il boccino della programmazione nelle mani dei privati. Infatti, sei mesi dopo questo consiglio comunale, nel giugno 2013, viene approvato l'avviso pubblico con cui si invitano i privati a offrire aree e proporre interventi di riqualificazione urbana. Stiamo parlando di quelle 89 domande di Print che sono ancora sub iudice perché l'ultima amministrazione è caduta prima che potesse approvarle. In quelle 89 domande ci sono interventi imponenti che si fa fatica a considerare di riqualificazione urbana visto che in buona parte incidono su terreni in aperta campagna.
Ma perché questa smania di spostare in zona agricola lo sviluppo della città? In realtà le revisioni dei Ppe del perimetro urbano dimostrano che dentro Latina ci sono ancora ancora aree e cubature a bizzeffe da utilizzare. E allora? Una questione di costi. L'area agricola può essere acquistata a circa 70 euro il metro quadrato. Nel momento in cui diventa edificabile triplica il suo valore. E' un ragionamento che vale anche al contrario: acquistare terreni edificabili costa tre volte di più. Visto quello che è accaduto nella zona L (dove un terreno è stato acquistato da una srl vicina a consiglieri comunali dopo l'ok in commissione urbanistica allo studio di fattibilità che ne trasforma la destinazione), viene da chiedersi se gli 89 Print dovevano avere lo stesso scopo.
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