Si auto recludono in casa, non studiano e non lavorano e nella maggioranza dei casi sono minori. Li chiamano hikikomori, termine giapponese che significa stare in disparte. Tra le...
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L'importanza di fare rete che vedrà la partecipazione, oltre che dell'amministrazione comunale, anche della associazione, e per la prima volta un ragazzo che ha sofferto di questa patologia e che ora è in recupero che porterà la sua testimonianza. Non sarà l'unico perché è importante capire anche come cambiano gli equilibri familiari, e allora ci sarà anche un genitore a raccontare come si svolge la vita con in casa un ragazzo Hikikomori.
La dottoressa Monica Sansoni, illustrerà invece, i lati oscuri della rete a cui questi giovani vanno incontro. Sarà presente anche il componente del Nucleo operativo bullismo e cyberbullismo della provincia di Latina, Gianfranco Pinos che parlerà degli aspetti socio giuridici. «Questo è un male che affligge tutte le economie sviluppate ha detto Marco Crepaldi che ha fondato Hikikomori Italia perché c'è chi non riesce a sopportare la pressione della competizione scolastica quindi molla tutto e decide di auto escludersi». E alcuni casi si sono verificati anche in provincia di Latina, su Facebook esiste un gruppo di genitori che raccoglie esperienze. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero