Giardini di Ninfa, partono i lavori di restauro grazie ai fondi dell'8 per mille

Giardini di Ninfa, partono i lavori di restauro grazie ai fondi dell'8 per mille
Grazie all'8 per mille Ninfa restaura alcuni dei suoi tesori più preziosi. I lavori sono già iniziati e termineranno nel giro di alcune settimane....

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Grazie all'8 per mille Ninfa restaura alcuni dei suoi tesori più preziosi. I lavori sono già iniziati e termineranno nel giro di alcune settimane. L'intervento nel suo complesso ammonterà a circa 338mila euro e consentirà di ristrutturare edifici, o parti di essi, che risalgono al XII e al XIII secolo: la copertura dell'antico palazzo comunale della città di Ninfa, il retro dell'abside della chiesa di Santa Maria Maggiore, la casa a schiera che si trova nei pressi della stessa chiesa e l'antica dogana adiacente il ponte del Macello.


Quest'ultima ad esempio era un luogo particolarmente amato dagli intellettuali che venivano a far visita ai Caetani: si sa che Giorgio Bassani, l'autore del Giardino dei Finzi Contini', di lì trasse più volte ispirazione per i testi con cui collaborava a Botteghe Oscure' - rivista di letteratura di cui Marguerite Chapin Caetani era editore - e per alcune pagine del romanzo che gli diede il grande successo di pubblico. Ora questa struttura, come le altre coinvolte dal progetto della Fondazione Roffredo Caetani, avrà nuova vita attraverso il restauro conservativo in atto, cosa che risulta tanto più apprezzabile perché realizzata con i fondi dell'8 per mille dell'Irpef (riferita all'anno 2016), cioè con i soldi donati dalle persone allo Stato e poi destinati a progetti come quello di Ninfa.


«Dare notizia di questo ennesimo progetto di restauro conservativo che riguarda importantissime aree del Giardino di Ninfa spiega il presidente della Fondazione Roffredo Caetani, l'architetto Tommaso Agnoni - è per noi motivo di orgoglio soprattutto perché a finanziarlo sono gli stessi cittadini con i fondi messi a disposizione dall'8 per mille». E importante è anche il messaggio che si dà, dice ancora Agnoni: «Ninfa e le sue rovine sono un patrimonio di tutti, la conservazione e la loro tutela devono essere un impegno comune». Tra i consulenti scientifici del progetto, Daniela Esposito, direttore della Scuola di specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Roma, e docenti della facoltà di Architettura de La Sapienza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero