Fu condannato per Don't touch, la Polizia confisca il patrimonio di Gianluca Tuma

Fu condannato per Don't touch, la Polizia confisca il patrimonio di Gianluca Tuma
I poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Latina hanno notificato ed eseguito questa mattina «il decreto di confisca e di sottoposizione alla misura...

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I poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Latina hanno notificato ed eseguito questa mattina «il decreto di confisca e di sottoposizione alla misura preventiva della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per anni tre, emesso dalla Sezione Penale del Tribunale di Latina, su proposta del Questore di Latina», a Gianluca Tuma, classe ’70, residente a Latina. I beni oggetto di confisca erano già stati sequestrati preventivamente nel febbraio del 2017, allorquando vennero messi i sigilli a beni mobili, immobili, posizioni creditizie in vari istituti di credito, e quote societarie. 


Gianluca Tuma, spiegano dalla Questuira «è da sempre gravitante nel tessuto criminale della provincia pontina». Le indagini della divisione Anticrimine «sono state mirate a dimostrare - si legge in una nota - in maniera incontrovertibile, come Tuma ha, di fatto, tratto sostentamento e ricchezze da attività delinquenziali manifestando, con modalità sempre più elaborate, la sua spiccata capacità non solo a compiere ma anche a organizzare, promuovere e gestire trame criminali».

«Il medesimo - prosegue la nota della Questura - è conosciuto alle Forze di Polizia e Magistratura fin dalla sua adolescenza, infatti, il suo primo arresto risale al maggio del 1985, quando non ancora quindicenne, fu sorpreso nella flagranza del reato di furto aggravato. A seguire altri furti eseguiti con grande maestria. Per tutta la restante parte degli anni ’80, la sua vita fu caratterizzata da vari procedimenti a suo carico per reati contro il patrimonio, sempre in compagnia di esponenti della famiglia Di Silvio. Annovera pregiudizi per estorsione, resistenza a P.U., lesioni personali dolose, danneggiamento, ed è stato condannato per violazione alle prescrizioni della Sorveglianza Speciale, porto illegale di armi in concorso, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, false generalità, ingiurie».

L’indagine più rilevante che lo ha visto coinvolto è sicuramente l'operazione Don't touch, condotta dalla Squadra Mobile di Latina «da cui è scaturita l’emissione a carico di Tuma di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere e intestazione fittizia di beni e poi sfociata in una condanna irrevocabile per la sola intestazione fittizia a tre anni e quattro mesi di reclusione».

«Si ritiene di poter delineare riguardo al Tuma - proseguono dalla Questura - il profilo di una persona particolarmente scaltra, ben inserita negli ambienti criminali pontini, e non solo. Il Tribunale ha condiviso gli accertamenti patrimoniali della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, che hanno evidenziato l’esistenza di concreti e specifici indizi dai quali si desume che l’imprenditore e la sua famiglia, anche attraverso l’intestazione di quote societarie, vivono con i proventi derivanti da attività delittuose. L’asse immobiliare e finanziario accumulato, è in evidente sproporzione con le disponibilità dirette e indirette dichiarate al fisco».

Il patrimonio confiscato, accumulato anche attraverso interposte persone, ammonta a circa 3 milioni di euro.

«Si tratta di 5 immobili, di cui un appartamento, tre locali commerciali e un laboratorio industriale; 3 autocarri e 1 rimorchio; 2 autovetture; 2 motocicli; nonché quote societarie e rapporti bancari di 13 società il cui settore operativo spazia dall’edilizia, alla gestione di immobili, all’impiantistica edile civile fino alla produzione di alimenti. Tra i beni confiscati si segnala le quote di partecipazione alla proprietà dell’A.S. Campoboario ed il marchio verbale e figurativo della Società Sportiva Calcio U.S. Latina».

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Il Messaggero