Falsi certificati medici per ottenere pensioni di invalidità, porto d'armi e provvedimenti giudiziari favorevoli. E' scattata questa mattina una operazione...
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La mente della truffa è un medico di Fondi dipendente dell'Azienda sanitaria locale di Latina. Con una videocamera nascosta nel suo ufficio presso il Centro di salute mentale di Fondi i carabinieri del Nucleo Anti sofisticazioni sono riusciti a smascherare la truffa ai danni dell'Inps e del Servizio sanitario nazionale. Il medico in un solo mese di controlli ha redatto centocinquanta certificati fasulli facendosi pagare in nero circa 100 euro a certificato ma raccomandandosi con i pazienti di pagare tassativamente anche il ticket per la visita presso il Centro di Salute mentale di Fondi. I particolari della vicenda sono stati illustrati presso il comando provinciale dei carabinieri di Latina alla presenza del colonnello Gabriele Vitagliano.
«E' solo la punta dell'iceberg - ha spiegato il procuratore aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza - perché siamo convinti che i cartificati falsi siano tantissimi. Per questo ho chiesto ai Nas di segnalare all'Inps e alla prefettura tutte le pratiche per l'invalidità e per il rilascio del porto d'armi aperte grazie ai certificati rilasciati da questo medico negli ultimi anni perché riteniamo che i benefici ottenuti siano tutti illegittimi».
«Già questa mattina - ha spiegato il capitano dei Nas di Latina, Felice Egidio - ci sono persone che saputo degli arresti si sono presentate per restituire armi e porto d'armi ottenute grazie ai certificati fasulli». Ad oggi sono comunque già state sequestrate 104 armi detenute grazie a una licenza ottenuta con il certificato fasullo e dunque illegittima.
Undici gli arresti, nove persone sono finite in carcere e due si trovano ai domiciliari. Settanta persone sono state denunciate per aver beneficiato dei certificati falsi corrompendo il medico. «E' una rete che vedeva come centro di gravità il medico» ha spiegato il tenente colonnello Erasmo Fontana. Molti dei certificati venivano rilasciati non solo senza visitare, ma senza neppure vedere in faccia i pazienti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero