Nel 1996 uno studente universitario di Latina aveva un sogno: fare carriera nell'Esercito. All'epoca era 23enne e, nell'ambito del servizio militare obbligatorio, era...
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La riammissione non è arrivata, così l'ormai ex corsista nel frattempo trasferito a Caserta come soldato semplice ha fatto di nuovo ricorso e nel 2000 ha vinto ancora. Dal ministero, tuttavia, nessun reintegro. Oggi ha 48 anni, con l'Esercito ha dovuto chiudere ogni rapporto e attualmente gestisce con la famiglia un'edicola in provincia di Latina, ma a vent'anni dall'ultima sentenza, in questi giorni la giustizia è tornata a dargli ragione, condannando il ministero della Difesa a risarcirlo. L'esistenza di un procedimento in corso per un reato di non particolare gravità non era valida ragione di esclusione, secondo i giudici. Peraltro, la mancata riammissione al corso per allievi ufficiali, che avrebbe certamente concluso in maniera positiva, gli ha fatto perdere la possibilità di diventare sottotenente con retribuzione mensile di 1 milione e 800 mila lire. Soldi che avrebbe percepito per altri dieci mesi e, forse, anche per i successivi due anni di rafferma. Per questo, il tar di Latina ha riconosciuto un risarcimento di 31.800 euro all'uomo. Tuttavia, sempre secondo i giudici, non c'è stato un danno morale né esistenziale. Essendosi infatti laureato, secondo il Tar le aspirazioni dell'uomo non erano certo identificabili con la carriera militare.
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Il Messaggero