La carriera negata nell'Esercito, i ricorsi vinti e ora il risarcimento per un edicolante pontino

La carriera negata nell'Esercito, i ricorsi vinti e ora il risarcimento per un edicolante pontino
di Stefano Cortelletti
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Giovedì 20 Agosto 2020, 09:09

Nel 1996 uno studente universitario di Latina aveva un sogno: fare carriera nell'Esercito. All'epoca era 23enne e, nell'ambito del servizio militare obbligatorio, era stato ammesso al corso allievi ufficiali a Roma. Era stato però escluso dopo pochi mesi per fatti di rilevanza penale tali da impedire la prosecuzione del corso, una rissa aggravata nella quale era stato coinvolto nel 1992 ma da cui era stato già scagionato. La carriera militare non poteva interrompersi così. Per questo aveva presentato ricorso al Tar e nel 1997 i giudici avevano imposto al ministero della Difesa di riammettere quello studente pontino al corso per ufficiali. Nel frattempo si è laureato in Giurisprudenza e, di certo, con tale titolo di studio avrebbe potuto aspirare a diventare almeno sottotenente.

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La riammissione non è arrivata, così l'ormai ex corsista nel frattempo trasferito a Caserta come soldato semplice ha fatto di nuovo ricorso e nel 2000 ha vinto ancora. Dal ministero, tuttavia, nessun reintegro. Oggi ha 48 anni, con l'Esercito ha dovuto chiudere ogni rapporto e attualmente gestisce con la famiglia un'edicola in provincia di Latina, ma a vent'anni dall'ultima sentenza, in questi giorni la giustizia è tornata a dargli ragione, condannando il ministero della Difesa a risarcirlo. L'esistenza di un procedimento in corso per un reato di non particolare gravità non era valida ragione di esclusione, secondo i giudici. Peraltro, la mancata riammissione al corso per allievi ufficiali, che avrebbe certamente concluso in maniera positiva, gli ha fatto perdere la possibilità di diventare sottotenente con retribuzione mensile di 1 milione e 800 mila lire. Soldi che avrebbe percepito per altri dieci mesi e, forse, anche per i successivi due anni di rafferma. Per questo, il tar di Latina ha riconosciuto un risarcimento di 31.800 euro all'uomo. Tuttavia, sempre secondo i giudici, non c'è stato un danno morale né esistenziale. Essendosi infatti laureato, secondo il Tar le aspirazioni dell'uomo non erano certo identificabili con la carriera militare.
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