​Latina, escono dal carcere e festeggiano con una cena di pesce da 2mila euro (senza pagare): condannati tre Casamonica

Le cene di lusso a base di pesce - per un conto da a 1600 euro - non sono state pagate. Anzi, gli uomini hanno preteso soldi dai gestori vantando l'appartenenza al clan

Latina, escono dal carcere e festeggiano con una cena di lusso senza pagare: condannati i Casamonica
Aperitivo in centro, ristorante e albergo al mare per celebrare la riacquistata libertà alla maniera del clan. Diego, Guido ed Enrico Casamonica (detto Marco) avevano...

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Aperitivo in centro, ristorante e albergo al mare per celebrare la riacquistata libertà alla maniera del clan. Diego, Guido ed Enrico Casamonica (detto Marco) avevano deciso di festeggiare l'uscita dal carcere del primo e il 9 marzo del 2022 erano arrivati a Latina, comportandosi da padroni in ogni locale in cui avevano fato tappa.

 

«Lo sai chi sono io?»

«Lo sai chi sono io? Sono Casamonica e quando chiedo qualcosa è gradito che venga esaudito», così si erano rivolti al gestore di un bistrot del capoluogo, dove avevano consumato frutta, champagne e una bottiglia di Ferrari, tutto per un valore complessivo di 600 euro, pretendendo però non solo di non saldare il conto ma di avere anche un'altra somma di denaro che sarebbe servita a pagare vestiti nuovi per mogli e compagne.
Più tardi, a cena sul lungomare, una scena analoga si era ripetuta anche al ristorante davanti a un conto di 1.600 euro per un pasto a base di pesce e champagne. Diego Casamonica aveva utilizzato lo stratagemma del cambio di una banconota da 500 e di fronte al rifiuto aveva intimato: «Vedi allora di trovare 700-800 euro, me li faccio andare bene». Ancora, al receptionist dell'albergo del lido, sempre Diego aveva chiese un "prestito" di 200-300 euro. Nessuno dei componenti del clan ricevette il denaro richiesto, ma certo è che nessuno sborsò un solo euro per saldare i conti.

 

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La denuncia

I titolari dei locali visitati dai Casamonica però non tardarono a presentare denuncia e i tre vennero arrestati nei mesi successivi dagli investigatori della squadra mobile. Ora si chiude anche il processo a loro carico celebrato con rito abbreviato davanti al giudice per le udienze preliminari Pierpaolo Bortone, con l'accusa rappresentata in aula dal procuratore capo Giuseppe De Falco.

 

Le condanne

Tutti e tre sono stati condannati per i reati di estorsione ai danni dei ristoratori del capoluogo. Diego Casamonica sconterà cinque anni e quattro mesi di reclusione, Guido invece tre anni e otto mesi, Enrico tre anni e due mesi. In aula il procuratore Falco ha sottolineato come il comportamento dei tre componenti del clan rom stanziale a Roma fosse finalizzato ad affermare il dominio sul territorio in forza di una caratura criminale derivante dalla famiglia di appartenenza. Del resto i tre uomini avevano anche speso in un'occasione il nome dei Ciarelli e avevano utilizzato metodi purtroppo ben noti a molte attività commerciali che negli anni passati hanno subito i metodi intimidatori delle famiglie criminali rom.

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Il Messaggero