E’ stato fino ad oggi il problema più serio per i pazienti positivi al Coronavirus messi in isolamento domiciliare: si sentivano abbandonati, preoccupati del fatto...
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«Cominciamo con 60 pazienti, ma contiamo la prossima settimana di poterli seguire tutti così - racconta il direttore generale della Asl di Latina Giorgio Casati in videoconferenza - A quelli in sorveglianza attiva sarà consegnato un dispositivo che consente di rilevare una serie di parametriche vengono trasmessi in tempo reale a una centrale operativa, nella quale stanno lavorando sette infermieri che garantiranno una attività di sorveglianza 24 ore su 24 verificando i parametri. Si interverrà sia nel caso i pazienti non inviino i dati due volte al giorno chiedendo di misurare la temperatura corporea o gli si chiederà di fare altre verifiche, ma soprattutto gli infermieri potranno nel caso si registri una situazione di crisi attivare il 118 oppure una consulenza medica».
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Ai pazienti verrà messo a disposizione un telefonino con una app preinstallata. «Su questo dispositivo ci saranno nome e cognome del paziente. In questo momento è intestato a me - ha spiegato Casati mostrandolo in video - anche se per fortuna non sono ancora un paziente. Qui si potranno inserire le misurazioni che devono essere fatte quotidianamente. I parametri sono quattro: la temperatura corporea, il numero di atti respiratori al minuto, il numero di battiti cardiaci al minuto e la percentuale di ossigeno nel sangue che potrà essere misurata con il pulsiossimetro che verrà dato in dotazione». Questo sistema telemonitoraggio è parte del programma più ampio della Regione partito con la app “DoctorCovid” il cui obiettivo è quello di intercettare pazienti sintomatici il prima possibile, anche con la speranza di poter ridurre al minimo i ricoveri e di gestire un numero sempre maggiore di positivi in casa senza farli sentire abbandonati.
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A questo proposito Casati ha sottolineato «con piacere che la maggior parte dei nuovi positivi possono essere seguiti a casa, mentre all’inizio dell’emergenza era l’opposto, erano di più quelli che era necessario ricoverare». Questo sta accadendo perché ora si intercettano con i tamponi sempre più persone che hanno bisogno di trattamento domiciliare perché individuate all’inizio della malattia. Tanti piccoli grandi passi avanti, ma la strada è ancora lunga, anche perché se la curva dei contagi in provincia ha rallentato non si può dire se stia iniziando la fase discendente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero