Stava tornando a casa dal lavoro quando improvvisamente ha cominciato ad avere difficoltà a respirare. E' iniziata così la brutta avventura di Alessandro...
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«Giovedì 12 marzo - racconta Alessandro - mentre tornavo da lavoro ho iniziato ad avvertire difficoltà a respirare, non un semplice affanno tipo quando si sale le scale o quando si ha l'ansia. Avevo la sensazione di respirare vapore acqueo. Ho iniziato a tossire e sentire sintomi influenzali quali brividi di freddo, ipersensibilità cutanea e dolori articolari. Preoccupato soprattutto per la difficoltà nella respirazione, ho sentito il medico e in serata mi è stato fatto il tampone. Il giorno dopo l'esito era positivo. Nel frattempo mi era salita anche qualche linea di febbre».
La paura a quel punto è inevitabile. «Mi sono sforzato di stare calmo, il primo pensiero è stato e adesso quante persone avrò contagiato?. Il sabato sono stato contattato dall'ufficio igiene della Asl e ho stilato una lista di persone con cui sono stato a stretto contatto per far partire la quarantena. Nel frattempo ho iniziato la terapia antivirale: un farmaco per l'HIV e uno per la malaria. Mi hanno dato molta nausea, ma con un gastroprotettore sono riuscito a tenerla a bada tutto sommato».
Un trattamento farmacologico che fortunatamente ha avuto una risposta positiva, evitando il ricovero ospedaliero. «Io sono stato fortunato - spiega Alessandro - me la sono cavata con isolamento domestico, qualche linea di febbre e tosse. Al momento sto bene e ne sono uscito, essendo risultato negativo agli ultimi due tamponi. Sicuramente avrò molto da riflettere. Quello che vi voglio dire però è che non si scherza con questa cosa, non prendetela alla leggera! E se voi avete un sistema immunitario forte e potete essere fortunati come me, potreste mettere in serio pericolo le persone che vi sono vicine. Io ho contagiato due persone: vi assicuro che non è affatto piacevole fare i conti con questo».
Infine l'appello più importante: «State a casa, proteggete voi stessi e i vostri cari. Bisogna agire adesso perché non è detto che vada tutto bene, siamo noi che dobbiamo far sì che #andràtuttobene».
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Il Messaggero