È scattata all'alba di oggi a Fondi l'operazione del Nas di Latina “Compressa Express” che ha portato all'esecuzione di sette misure cautelari,...
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Ricettazione, falsificazione di ricette mediche, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e detenzione illecita ai fini dello spaccio i reati ipotizzati nei confronti degli indagati che recuperavano si procuravano compresse truffando il sistema sanitario per rivenderle nel mercato nero al costo di 10 euro l'una.
Si tratta di un'indagine avviata dal Nas di Latina nel 2019, per fatti che si protraggono da almeno due anni, e arrivata a compimento soltanto questa mattina con una maxi retata tra il Corso Appio Claudio, luogo notoriamente frequentato da tossicodipendenti e pusher, e via Roma.
L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Valentina Giammaria, è andata avanti per mesi a suon di pedinamenti, ricognizioni fotografiche, acquisizioni di documenti e appostamenti da parte dei carabinieri del Nas coordinati dal capitano Felice Egidio.
“L'indagine – spiega la nota del Nas - ha preso le mosse da alcune verifiche sulla dispensazione di medicinali presso varie farmacie pontine che hanno posto in evidenza un eccessivo e immotivato volume di prescrizioni di un farmaco oppioide semisintetico, il cui principio attivo stupefacente è denominato “ossicodone”, caratterizzato da una molecola strutturalmente correlata a morfina e codeina”.
Ulteriori indagini hanno poi permesso di appurare che, attorno a questa sostanza, era sorto un vero e proprio sodalizio criminale composto da soggetti, tutti con gravi precedenti, residenti nel comune di Fondi.
Vedi anche >> fondi_spari_posto_di_blocco_fuggitivi_zona_rossa_latina_ultime_notizie_7_aprile_2020-5157703.html
“Il contesto investigativo – prosegue la nota del Nas – ha consentito di censire 340 distinti episodi nei quali i citati soggetti si erano recati presso le farmacie delle province di Latina e di Roma per effettuare la spendita di ricette mediche, falsificate nel contenuto, poi risultate provento di pregressi furti perpetrati ai danni di aziende ospedaliere, studi medici e di medicina generale”.
Il tutto certificato da timbri rubati con le stesse modalità.
I medicinali sottratti al servizio sanitario hanno un valore di circa 20mila euro. Si stima che il meccanismo abbia procurato ai soggetti circa 12 mila compresse, acquistate con il denaro pubblico, poi rivendute ad una piazza di spaccio parallela al costo di 10 euro l'una. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero