Nelle chat interne chiedono informazioni, sperano, mostrano le difficoltà a far quadrare i conti dopo la “quarantena”. Perché sui “ticket” ci...
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Prima c’erano difficoltà, poi è arrivato il Coronavirus, da più parti gli operatori sanitari sono stati definiti “eroi” ma all’atto pratico manca loro un istituto contrattuale. Vale a dire i ticket usati o per il pasto o - come accade maggiormente - per effettuare la spesa nei supermercati aderenti e quindi non dovendo toccare i soldi dello stipendio. L’ultimo accredito risale a ottobre 2019, quindi da novembre a giugno - otto mesi, gli ultimi quattro dei quali vissuti “pericolosamente” insieme al Covid - non sono stati erogati.
Finora le richieste all’azienda sanitaria sono rimaste lettera morta, anche quelle formulate dalle organizzazioni sindacali. A questo si aggiunge che il bonus Covid ha visto l’esclusione di alcune fasce di dipendenti a favore di altre, in alcuni casi di chi nell’emegenza non ha lavorato o comunque era lontano dalla “prima linea”. Ci sono delle verifiche in corso, in tal senso, e si vedrà se è possibile aggiustare il tiro. Intanto i lavoratori chiedono a gran voce un intervento urgente almeno per arrivare all’erogazione dei buoni pasto nel prossimo stipendio, quello del mese di luglio.
Vedi anche > Bonus Covid con beffa, Nursind e Usb scrivono alla Asl: «Correggete gli errori»
Perché la storia degli “eroi” rischia altrimenti di diventare una beffa senza precedenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero