Anticorpi monoclonali per curare il Covid 19: centomila dosi al mese prodotte dalla Bsp a Latina

Anticorpi monoclonali per curare il Covid 19: centomila dosi al mese prodotte dalla Bsp a Latina
Dai primi di dicembre vengono prodotte in Italia, dalla BSP Pharmaceuticals di Latina, circa 100 mila dosi al mese di anticorpi monoclonali, dedicate ai Paesi dove...

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Dai primi di dicembre vengono prodotte in Italia, dalla BSP Pharmaceuticals di Latina, circa 100 mila dosi al mese di anticorpi monoclonali, dedicate ai Paesi dove il farmaco è già autorizzato per la cura del Covid-19. Ma la produzione italiana a regime nel 2021 sarà di circa 2 milioni di flaconi. A renderlo noto è l'azienda


farmaceutica Lilly.

Da sempre destinato all'oncologia, il Bamlanivimab è stato
sperimentato con successo anche per la cura del Covid-19. Quella
degli anticorpi monoclonali, è una produzione particolarmente
complessa, che richiede competenze specifiche elevate e che, per
Lilly, oltre al sito italiano, vede coinvolti altri 6
stabilimenti nel mondo. «Oltre ai siti di produzione Lilly, per
la produzione di Bamlanivimab Lilly ha puntato anche su
un'eccellenza italiana come la BSP Pharmaceuticals di Latina,
azienda impegnata nella produzione di farmaci innovativi e
certificata da molteplici agenzie regolatorie, inclusa l'FDA
americana», precisa Olivia Bacco, vicepresidente External Drug
Products Manufacturing & Lilly Asia Manufacturing. Questo,
sottolinea, «ha una evidente ricaduta economica positiva anche
sul nostro Sistema Paese».

Per garantire un rapido accesso a questo trattamento ai
pazienti di tutto il mondo, Lilly ha investito nella produzione
a rischio dell'anticorpo su larga scala ancor prima che i dati
dimostrassero il suo potenziale per diventare un'opzione
terapeutica significativa per Covid-19. «Abbiamo fatto in pochi
mesi ciò che di solito richiede anni - spiega Huzur Devletsah,
presidente e amministratore delegato di Lilly Italy Hub -
rimanendo impegnati a rispettare i nostri rigorosi standard per
la sicurezza e la qualità. E abbiamo autofinanziato i costi di
ricerca, sviluppo e produzione per i nostri potenziali
trattamenti per il Covid-19, senza chiedere fondi ai governi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero