Yacht, 32 barche di lusso con bandiera straniera in Puglia: 2,3 milioni di euro non dichiarati al Fisco

La Guardia di Finanza scopre che le barche sono tutte di armatori italiani

Foto archivio
Yacht nel mirino in Puglia. I proprietari di super barche, anche di lusso, battenti bandiere straniere avrebbero nascosto al fisco italiano le proprie imbarcazioni da diporto, in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Yacht nel mirino in Puglia. I proprietari di super barche, anche di lusso, battenti bandiere straniere avrebbero nascosto al fisco italiano le proprie imbarcazioni da diporto, in alcuni casi omettendo del tutto la dichiarazione dei redditi.

 

 

I finanzieri della stazione navale di Bari e delle sezioni operative navali di Gallipoli, Brindisi e Manfredonia hanno individuato 32 imbarcazioni da diporto battenti bandiera estera, ma di fatto appartenenti a cittadini italiani e, per 21 di queste (7 con bandiera polacca, 5 con quella belga e 9 con quella francese), la mancata compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi da parte dei rispettivi titolari, per un valore complessivo di circa 2,3 milioni di euro.

 

 

Yacht nel mirino, il fenomeno flagging out 

Si tratta del «fenomeno del flagging out - spiegano i militari - definito in economia marittima come il processo intrapreso da proprietari e armatori di yacht che, al fine di contenere i costi complessivi di gestione di una unità navale, ricercano registri navali esteri per conseguire una riduzione delle voci di spesa relative, ad esempio, alle dotazioni di sicurezza, equipaggiamenti, assicurazioni e imposte. Pertanto, molti possessori di imbarcazioni da diporto hanno preferito emigrare, solo sulla carta, verso registri navali esteri, dismettendo così la bandiera nazionale, nel tentativo di realizzare una notevole riduzione dei costi di gestione e, in alcuni casi, di nascondere il possesso delle imbarcazioni (spesso di lusso), al fisco italiano».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero