Restano differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. Secondo i dati al 19 maggio la...
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Il primato per la prevalenza di periodo sulla popolazione si registra ancora in Valle d’Aosta (0,94%) ma è in Piemonte e Lombardia che abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi (0,22% e 0,27% rispettivamente). Ancora alto il dato nella Regione Marche (0,14%) e Liguria (0,15%) ed Emilia-Romagna (0,12%). In Veneto il dato di prevalenza puntuale scende allo 0,08%. Nel Lazio scende allo 0,06%, in discesa da diversi giorni. Tutte le Regioni del sud si attestano su valori di prevalenza puntuale dei positivi tra lo 0,01% (Umbria) e lo 0,05% della Puglia (5 volte in meno del Piemonte e della Lombardia), passando per una prevalenza di positivi dello 0,03% in Campania. Valori intermedi nelle Regioni del centro, in un chiaro gradiente nord-sud.
Per quanto riguarda la letalità si osservano ancora in Lombardia i valori maggiori: nella classe di età 80-89 il picco massimo (37%). La distribuzione della letalità nell’arco 70 e 90, è analoga tra Piemonte, Veneto e Marche. Significativamente diversa in Lombardia. Analizzando i dati sulla letalità del 2020 con quelli del 2015-2019 prodotti da ISS e Istat si nota come l’incremento dei decessi non correlati al Covid-19 aumenta solo del 13% nel centro sud, e arriva al 47,5% al nord. Questo rende plausibile il fatto che molti di questi casi in realtà debbano essere addebitati all’epidemia, pur rimanendo “sommersi”.
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Il Messaggero