Scontri a Pisa, il vescovo emerito di Chioggia choc: «Bianca Berlinguer? Mi piacerebbe fosse aggredita e che le forze dell’ordine si voltassero altrove»

Monsignor Adriano Tessarollo, in "pensione", non ha abbandonato la sua passione per i social che, già in passato l’aveva fatto notare sul piano mediatico

Scontri a Pisa, il vescovo emerito di Chioggia choc: «Bianca Berlinguer? Mi piacerebbe fosse aggredita e che le forze dell’ordine si voltassero altrove»
CHIOGGIA - «Bianca Berlinguer? Una furbastra. Mi piacerebbe che fosse aggredita e che le forze dell’ordine si voltassero dall’altra parte». Ha...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

CHIOGGIA - «Bianca Berlinguer? Una furbastra. Mi piacerebbe che fosse aggredita e che le forze dell’ordine si voltassero dall’altra parte». Ha suscitato un pandemonio una delle ultime uscite mediatiche di monsignor Adriano Tessarollo, vescovo emerito di Chioggia, a proposito degli studenti manganellati dalla polizia a Pisa.

 

Manganellate agli studenti a Pisa, Piantedosi: «Casi isolati». Verifiche su 15 poliziotti: tra loro caposquadra e responsabile ordine pubblico

 

Chi è monsignor Adriano Tessarollo

In pensione da poco più di due anni, Tessarollo oggi vive nel suo paese natale, Tezze sul Brenta, dove, come aveva annunciato alla vigilia del suo collocamento a riposo, avendo superato i 75 anni, studia, prega e dà una mano al parroco, se ce n’è bisogno. Ma il monsignore non ha abbandonato la sua passione per i social che, già in passato l’aveva fatto notare sul piano mediatico. Risale, infatti, al 2018 la sua pubblica esternazione di disaccordo con la famosa copertina di Famiglia Cristiana dal titolo shock “Vade retro Salvini”, della quale ebbe a dire «Io non l’avrei fatta».

Nel 2019 Tessarollo polemizzò con l’allora ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti M5S), che si era detto favorevole alla rimozione del crocefisso dalle scuole, proponendo di rimuovere anche il ritratto di Mattarella. Nel 2020 lanciò i suoi strali contro le discoteche e i giovani che le frequentano e sostenne alcune iniziative “imprenditoriali” della Curia (antenne sul campanile del Duomo, bancomat per le offerte in chiesa), dicendo che «ci sono le spese da pagare». Nel 2021, poco prima del suo pensionamento, fu insultato, per strada, da un giovane tossicodipendente con offese pesanti, per le quali presentò denuncia. Monsignor Tessarollo, quindi, non è nuovo alla ribalta mediatica e conserva ancora a Chioggia, un buon numero di followers, per cui la sua esternazione non è passata inosservata.

 

 

 

La linea sugli scontri

Da una parte, infatti, Tessarollo ha sposato la tesi di Salvini, per cui sarebbero stati gli studenti a comportarsi in maniera violenta e la polizia avrebbe solo reagito di conseguenza, dall’altra ha criticato come la notizia era stata trattata nella trasmissione della Berlinguer, della quale ha richiamato, indirettamente, le ascendenze politiche, quasi a giudicare, per questo solo motivo, “di parte”, il suo lavoro giornalistico. Insomma, i fatti ridotti a opinioni, senza troppe spiegazioni. Ma quello che stona davvero è quel “mi piacerebbe” riferito all’aggressione alla Berlinguer che potrebbe essere semplicemente un modo di dire, un po’ “di pancia”, ma che ha procurato all’ex vescovo, gli applausi di alcuni e le reprimende di altri. Quelli di Endri Bullo, ex presidente del consiglio comunale ( «se ci fosse lo stesso accanimento vero i molti politici corrotti...») o di un altro ex, Fortunato Guarnieri, sindaco di Chioggia dal 1997 al 2007, il quale reputa le parole di Tessarollo «indegne di un “principe della Chiesa”, che avrebbe il dovere di capire e comprendere». Guarnieri solleva, invece, il tema della «repressione violenta della libertà, soprattutto a danno di quelle generazioni che, tra qualche anno, saranno chiamate a dirigere questo Paese e, sperabilmente, a garantire le libertà previste dalla nostra Costituzione».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero