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L’industria del turismo marcia a pieno regime ma fatica a trovare chi la sostenga. Dopo la marcata ripresa del 2022, anche per quest’anno si prevede un aumento dei flussi di turisti, dall’Italia e dall’estero. Ma la crescita del settore, tuttavia, si scontra con le difficoltà di reperimento del personale. Tanto che per la Pasqua e per i mesi primaverili legati ai ponti si stimano 50 mila posizioni vacanti nelle imprese turistiche. A lanciare l’allarme che rischia di danneggiare un settore in piena ripresa è Assoturismo Confesercenti. Nel 2022 i pernottamenti nelle strutture ricettive italiane hanno raggiunto quota 400 milioni e la tendenza appare favorevole anche per il 2023 sia sul fronte del turismo interno che da oltre confine. Una situazione paradossale: da un lato si prospetta un aumento del volume della produzione e dei posti di lavoro creati, dall’altro le imprese del settore continuano a registrare carenza di addetti. La difficoltà nella ricerca del personale ha assunto anzi un contorno ormai strutturale, che si manifesta regolarmente già dagli anni pre-pandemia, ma che sta diventando sempre più grave con la ripartenza del comparto. I numeri dicono che per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevede un fabbisogno di circa 210 mila addetti nelle imprese turistiche. Ma i lavoratori non si trovano così facilmente: le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, non solo per preparazione inadeguata ma, sempre più spesso, per mancanza di candidati. Una percentuale che sale addirittura al 52% nella ristorazione, mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo. Più nel dettaglio, i profili necessari sono per il 2,6% di professioni con elevata specializzazione, l’81,5% professioni qualificate, l’1,3% di addetti specializzati e il 14,6% di professioni non qualificate. E proprio queste ultime appaiono quelle più ostiche da rintracciare. Sul mercato resta infatti impossibile, attualmente, mettere sotto contratto 18 mila camerieri semplici, 11 mila facchini e 6 mila lavapiatti.
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LE DIFFICOLTÀ
Ma ci sono difficoltà anche per gli addetti alle pulizie (4 mila posti in ballo) e magazzinieri (mille).
Il Messaggero