Turismo, allarme Pasqua: mancano 50mila addetti. «Difficile gestire i picchi»

Quasi impossibile trovare camerieri: nei locali ne mancano più di 18.000

Turismo, allarme Pasqua: mancano 50mila addetti. «Difficile gestire i picchi»
di Michele Di Branco
4 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Marzo 2023, 00:34

L’industria del turismo marcia a pieno regime ma fatica a trovare chi la sostenga. Dopo la marcata ripresa del 2022, anche per quest’anno si prevede un aumento dei flussi di turisti, dall’Italia e dall’estero. Ma la crescita del settore, tuttavia, si scontra con le difficoltà di reperimento del personale. Tanto che per la Pasqua e per i mesi primaverili legati ai ponti si stimano 50 mila posizioni vacanti nelle imprese turistiche. A lanciare l’allarme che rischia di danneggiare un settore in piena ripresa è Assoturismo Confesercenti. Nel 2022 i pernottamenti nelle strutture ricettive italiane hanno raggiunto quota 400 milioni e la tendenza appare favorevole anche per il 2023 sia sul fronte del turismo interno che da oltre confine. Una situazione paradossale: da un lato si prospetta un aumento del volume della produzione e dei posti di lavoro creati, dall’altro le imprese del settore continuano a registrare carenza di addetti. La difficoltà nella ricerca del personale ha assunto anzi un contorno ormai strutturale, che si manifesta regolarmente già dagli anni pre-pandemia, ma che sta diventando sempre più grave con la ripartenza del comparto. I numeri dicono che per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevede un fabbisogno di circa 210 mila addetti nelle imprese turistiche. Ma i lavoratori non si trovano così facilmente: le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, non solo per preparazione inadeguata ma, sempre più spesso, per mancanza di candidati. Una percentuale che sale addirittura al 52% nella ristorazione, mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo. Più nel dettaglio, i profili necessari sono per il 2,6% di professioni con elevata specializzazione, l’81,5% professioni qualificate, l’1,3% di addetti specializzati e il 14,6% di professioni non qualificate. E proprio queste ultime appaiono quelle più ostiche da rintracciare. Sul mercato resta infatti impossibile, attualmente, mettere sotto contratto 18 mila camerieri semplici, 11 mila facchini e 6 mila lavapiatti. 

Vacanze, arrivi record: sarà un'estate a numero chiuso. Ticket e no-auto: tutti i divieti

LE DIFFICOLTÀ

Ma ci sono difficoltà anche per gli addetti alle pulizie (4 mila posti in ballo) e magazzinieri (mille).

Quanto alle fasce professionali più qualificate, quelle di fascia professionale più qualificate, si va a caccia di 10 mila posti. E in particolare contabili (2 mila e 500), baristi (2 mila), informatici e assistenti reception (mille e 500) e cuochi (mille). Un lotto di 3 mila posti per i quali latitano i candidati riguarda infine i bagnini. E dire che alcuni stipendi non sono niente male. Per un cameriere semplice si parte da 1.560 euro lordi al mese, per capo cuoco o capo barista la base supera i 1.740 euro mensili, lo stesso per un primo portiere. La mancanza di personale porterà nei prossimi mesi le imprese a misurarsi con una situazione complessa e imprevedibile dal punto di vista organizzativo dei processi produttivi, senza trascurare che le destinazioni concorrenti dell’Italia sono già pronte a migliorare i volumi degli arrivi turistici del 2022. In particolare, per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato nel periodo del -5,3%, con conseguente abbassamento degli standard qualitativi e impatti sulla produttività. «La mancanza di personale nel turismo ha ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria emergenza. Così è impossibile gestire i picchi di attività: in particolare in alcune aree come la riviera romagnola. Ma problemi si riscontrano anche in Sicilia e in Sardegna», si sfoga Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti, aggiungendo che «è necessario trovare una soluzione, anche utilizzando le risorse del Pnrr». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA