Trivulzio, anziana abbandonata senza cure: «Morta per setticemia», aperta un'inchiesta

Trivulzio, anziana abbandonata senza cure: «Morta per setticemia», aperta un'inchiesta
Un altro caso al Trivulzio. Ospite al Pio Albergo di Milano, un'anziana di 78 anni è morta il 21 maggio, dopo essere stata ricoverata il 19 maggio al San Giuseppe e il...

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Un altro caso al Trivulzio. Ospite al Pio Albergo di Milano, un'anziana di 78 anni è morta il 21 maggio, dopo essere stata ricoverata il 19 maggio al San Giuseppe e il 20 al Fatebenefratelli, dove è deceduta per setticemia «causata da piaghe da decubito andate in necrosi, perché abbandonata, senza assistenza» nella rsa. È quanto ha denunciato il legale del fratello della donna, l'avvocato Alberto Tucci, e ora la Procura di Milano ha aperto un'indagine per omicidio colposo. In una conferenza stampa il legale ha mostrato le foto delle «profonde piaghe» sul cadavere.


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L'ipotesi del legale dei familiari, che ha presentato denuncia arrivata sul tavolo dei pm Mauro Clerici e Francesco De Tommasi (aperta inchiesta e disposta autopsia), già titolari dell'indagine sulle morti al Trivulzio nell'emergenza Covid, è che la donna, ospite nella casa di riposo dall'estate 2019, «sia stata abbandonata a se stessa». Lasciata «senza assistenza nella struttura» almeno da fine aprile (era stata spostata in un reparto no Covid quando scattò l'emergenza). Tanto che, ha spiegato l'avvocato, «il 22 e il 30 aprile la signora lasciò due messaggi nella segreteria telefonica del fratello, nei quali diceva 'aiutatemi, qua continuo a suonare il campanello e non viene nessuno, saranno tutti mortì». Sempre il legale ha spiegato che da fine aprile i familiari della donna hanno inviato «fax, telegrammi» alla rsa «per chiedere notizie sulle condizioni dell'anziana senza avere mai risposta». La donna il 19 maggio venne ricoverata al San Giuseppe per «sospetta sepsi», ma lo stesso giorno fu dimessa con diagnosi di «disidratazione, infezione al sistema urinario» e rimandata al Trivulzio. Nei documenti, ha chiarito l'avvocato, «non si fa riferimento alle piaghe da decubito». Le foto delle piaghe sono state scattate dal fratello il giorno dopo la morte. «Queste immagini parlano da sole», ha detto il legale.
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Il Messaggero