Un boomerang. Il post del vicesindaco di Trieste Paolo Polidori, che qualche giorno fa si vantava di aver gettato in un cassonetto delle coperte e delle giacche secondo lui...
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ORA RISCHIA UNA MULTA DI 450 EURO
Ma non è tutto. Ora il vicesindaco rischia una multa (fino a 450 euro) per aver deliberatamente violato il regolamento comunale in materia di raccolta rifiuti, visto che ha gettato nel cassonetto dei rifiuti indifferenziati indumenti, un piumino e una bottiglia di plastica che avrebbero dovuto essere riciclati negli appositi contenitori.
LA «TOLLERANZA ZERO» DEL VICESINDACO LEGHISTA
In un post su Facebook, Polidori, spiegava di avere «visto un ammasso di stracci buttati a terra» aggiungendo che: «non c'era nessuno, quindi presumo fossero abbandonati: da normale cittadino che ha a cuore il decoro della sua città, li ho raccolti e li ho buttati, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto: ora il posto è decente! Durerà? Vedremo.
MIHJAI, IL SENZATETTO SFUGGITO AL REGIME DI CEAUSESCU
«Dormo in strada e non mi è mai successo niente, tante persone mi hanno aiutato: c'era chi portava cibo caldo, chi mi dava dei soldi», la replica dl clochard affidata in a un'intervista al PIccolo di Trieste. Mesej Mihaj, il senzatetto romeno che si è visto gettare in un cassonetto i pochi averi dal vicesindaco leghista Paolo Polidori spiega di essere finito in strada dopo essere stato «buttato fuori da un centro di accoglienza».
Da allora in migliaia sul web e dal mondo della politica sono intervenuti indignati per quel gesto. Lui, spiega di non essersene nemmeno reso conto e di non avere realizzato della tanta solidarietà arrivata dopo. In questi giorni Mihaj si trova in un hotel vicino a Trieste dove è stato accolto dalla comunità romena e dal suo presidente Andreescu Felix Aurelian. Mesej è arrivato in Italia dalla Romania molti anni fa. Racconta di essere fuggito dalla dittatura di Ceausescu.
LA FUGA NEL 1999 DOPO UNA MANIFESTAZIONE DI PIAZZA
«Nel 1989 ero in piazza a manifestare - dice - poi ho avuto paura e sono scappato». Dopo essere vissuto a Gaeta, prosegue, «nel 1997 sono finito a Civitavecchia. Ho chiesto più volte asilo politico ma invano». Non ha precedenti penali ma il 3 dicembre scorso gli è arrivato un foglio di via dalla Polizia locale. Un obbligo al quale non ha ottemperato e che gli è costato una denuncia. Il 12 ottobre gli rubano i documenti e lui non sa cosa fare.
«Sono a Trieste da allora. Ho dormito in un centro di accoglienza per cinque giorni, poi di punto in bianco mi hanno detto che dovevo andarmene perché non avevo la residenza -spiega- Sono andato a fare la denuncia di furto due volte, alla terza mi hanno detto che dovevo andare via. L'assistenze sociale mi voleva dare solo un biglietto per la Romania». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero