Si profila intensa la settimana entrante per gli inquirenti della Procura di Lodi che affideranno l'incarico ai consulenti per chiarire quanto accaduto giovedì mattina,...
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La nomina per affrontare accertamenti irripetibili ha comportato, per ora, l'avviso di garanzia per i cinque dipendenti di Rfi intervenuti, ognuno per la propria competenza, per lavori di manutenzione sullo scambio tra Ospedaletto Lodigiano e Livraga sul quale la carrozza numero uno è praticamente decollata, colpendo anche una struttura per la manutenzione. Ieri, interrogati dal pomeriggio per oltre 12 ore nella stazione della Polfer di Piacenza, i cinque hanno confermato la versione resa nell'immediatezza come testi. Non riescono a spiegarsi che cosa sia successo e nessuna scarica responsabilità sugli altri: «Abbiamo restituito lo scambio in ordine».
Ciò contrasta con le prime risultanze in possesso del procuratore di Lodi, Domenico Chiaro e del pm Giulia Aragno che contesta ai cinque di aver svolto, secondo l'avviso di garanzia, «l'attività in modo non adeguato»: così il convoglio è finito «su binari di servizio, non destinati al traffico ordinario, né in grado di sostenere l'Alta velocità». Le dichiarazioni degli indagati, assistiti dagli avvocati Armando D'Apote e Fabio Cagnola, messi a disposizione da Rfi, saranno poi confrontate con le analisi sul materiale sequestrato: tra le altre cose tre hard disk con filmati del deragliamento, tutte le carrozze del treno, così come la scatola del sistema informativo di condotta Dis e la corrispondenza telefonica del Posto Movimento di Livraga dal 10 marzo del 2014. Sotto sequestro anche i binari della linea Alta velocità e i binari di servizio vicini.
Attività queste, lo ha spiegato il procuratore Chiaro, «volte a accertare la funzionalità dello scambio e di tutti i dispositivi collegati». Non solo quindi sullo scambio ma anche sul sistema centrale di sicurezza. e in questo caso, se necessario, potrebbero subire la stessa sorte dei cinque tecnici anche livelli più alti di Rfi. Ieri è stata eseguita l'autopsia sui corpi dei due macchinisti morti, Giuseppe Cicciù, i cui funerali saranno celebrati martedì a Cologno Monzese, e Mario Dicuonzo, le cui esequie si terranno invece mercoledì a Pioltello, le due cittadine nel milanese in cui vivevano.
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Il Messaggero