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Ha ucciso il coetaneo e ne ha decapitato il cadavere. Per questo è stato condannato all'ergastolo Mohamed Mostafa, il 25enne cuoco del Bangladesh processato a Torino per l'omicidio di Mohamed Ibrahim, suo coetaneo, lavapiatti in una pizzeria avvenuto il 9 giugno 2021. «È una sentenza pesantissima che non mi aspettavo», commenta l'avvocato difensore, Nadia Di Brita, che invece ha ipotizza che Mostafa reagì dopo essere stato aggredito in una lite.
Il corpo decapitato dopo la morte
Il delitto nella casa della vittima in corso Francia a Torino. I giudici della Corte d'Assise hanno escluso tutte le aggravanti contestate meno la premeditazione. Dagli atti del processo emergono anche particolari raccapriccianti: il corpo di Mohamed Ibraim sarebbe stato anche deapitato una volta privo di vita. Per questo è stata disposta la trasmissione degli atti in procura per il reato di vilipendio di cadavere.
Il movente sarebbe un «fidanzamento truffa»
Secondo i pubblici ministeri Valentina sellaroli e Marco Sanini il movente è probabilmente da cercare nella mancata restituzione di un debito o in quello che, sulla base delle dichiarazioni dell'imputato, hanno definito un «fidanzamento truffa». Mostafa versava denaro da destinare in Bangladesh a una giovane parente della vittima perché gli era stato fatto credere che lo avrebbe sposato: il matrimonio invece non ebbe luogo.
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Il Messaggero