OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Non ce l'ha fatta la 33enne colpita da un proiettile mentre probabilmente puliva un'arma. I genitori hanno deciso di donare i suoi organi, così come aveva deciso la ragazza in precedenza. È stato un estremo atto d'amore. La giovane di Campli, in provincia di Teramo, era giunta in ospedale in condizioni disperate l'altro ieri sera per un gravissimo trauma cranico. In seguito all'ulteriore aggravarsi delle sue condizioni cliniche l'equipe della Rianimazione del «Mazzini» ha avviato il periodo di osservazione della durata di 6 ore per l'accertamento di morte. È stata nominata una commissione medica composta da un rianimatore (Alessandra Di Teodoro), un neurologo (Maurizio Assetta) e un medico legale (Maria Laura Brancone).
«I genitori, rispettando la volontà alla donazione degli organi della giovane, espressa in passato, hanno dato l'assenso al prelievo, seppur in un momento di grande dolore, onorando il desiderio della giovane», spiega Santa De Remigis, coordinatore Asl per donazioni e trapianti. Al «Mazzini» questa mattina all'alba sono arrivate le equipe del Policlinico di Milano per i polmoni, di un ospedale di Roma per il fegato, dell'ospedale di Padova per un rene e il pancreas e dell'Aquila per l'altro rene. «L'atto di generosità consentirà il moltiplicarsi della vita per cinque persone gravemente malate. È questo l'ottavo espianto avvenuto alla Asl di Teramo quest'anno», conclude il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia.
Ferita al capo
La ragazza era stata trovata in casa, sanguinante, nella sua camera da letto, incosciente e con una ferita al capo provocata da un colpo d'arma da fuoco.
Stava pulendo un'arma ed è partito un colpo
Al 118 era arrivata una chiamata disperata: «Correte, sta malissimo». La donna è giunta in ospedale in condizioni gravissime ed è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico.
Pare che mentre puliva una pistola semiautomatica, regolarmente detenuta, sia partito un colpo che ha raggiunta la donna alla testa. Da quanto si apprende la 33enne in passato era rimasta coinvolta in un incidente stradale. Un tragico evento che l'aveva segnata profondamente, ma a quanto pare i poliziotti tendono a escludere un gesto volontario come era, invece, circolato fin dai primi momenti. E non ci sarebbero responsabilità di terzi, altra ipotesi subito accantonata. Saranno comunque le indagini della polizia e gli accertamenti tecnici a stabilire con certezza quando accaduto. Sul caso indaga il pm Laura Colica.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero