Non c'era certo bisogno dello strappo Roma-Parigi per accelerare la decisione sulla Tav. Da tempo il governo francese, come recentemente ribadito dal ministro dei Trasporti...
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Parigi vuole andare avanti e si prepara, nel caso in cui l'Italia facesse marcia indietro, a chiedere i danni. E, d'intesa con la Commissione europea, a mettere in mora il nostro Paese. In ballo, come noto, ci sono almeno 4 miliardi da sborsare in caso di stop.
Senza contare il fatto che per rimettere in discussione l'opera servirebbe un pronunciamento del parlamento italiano, visto che la tratta è stata approvata da un trattato internazionale ed è considerata strategica nel sistema di reti di collegamento europeo. Debole, secondo i francesi, anche la tesi, sostenuta dalla commissione voluta dal ministro danilo Toninelli, che la Tav determini un calo del gettito delle accise per quasi un miliardo. Commissione che non ha valutato l'impatto positivo sul fronte ambientale, ottenuto trasferendo su ferro il traffico ora su Tir.
«Per me - ha tagliato corto ieri il presidente di Confindutsria Vincenzo Boccia - è facile l'analisi costi/benefici. Se apri i cantieri Lione generi 50mila posti di lavoro. A me basta, non so se a Toninelli basta questo».
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Il Messaggero