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LE TAPPE
Il lavoro degli investigatori bolognesi, coordinati da Amato e dal pm Flavio Lazzarini è cominciato subito dopo l'incidente di Suviana e durerà presumibilmente a lungo. Presto potrebbero esserci i primi nomi iscritti nel registro degli indagati. Intanto per acquisire tutta la documentazione tecnica. Ma «adesso la priorità è riuscire a recuperare i dispersi e fino a quando questa fase non sarà completata è inutile insistere sulle responsabilità», ha sottolineato Amato al punto stampa di ieri. Del resto, ha ribadito più volte il procuratore, che un'indagine così complessa «non si misura come se fossimo dei centometristi». Dunque si prevede una maratona di indagini incrociate.GLI ACCERTAMENTI
Gli investigatori si stanno concentrando sui ruoli delle ditte. «Stiamo ricostruendo lo stato dell'arte dal punto di vista amministrativo ha detto Amato ossia il rapporto che avevano i lavoratori nel plesso aziendale, e la catena degli appalti e subappalti.
La procura ha stabilito che sui corpi delle vittime non verrà eseguita l'autopsia, ma solo un esame esterno e una tac. Dal momento che le cause dei decessi sono già evidenti, in quanto riconducibili all'esplosione avvenuta martedì scorso. Inoltre non verrà sequestrata tutta la centrale. «Abbiamo già anticipato da subito che solo per acquisire elementi che riguardano la turbina, l'alternatore e altro, il sequestro, se e quando sarà fatto, riguarderà l'ottavo e il nono piano», ha chiarito Amato. A fare gli accertamenti disposti dalla procura sarà dunque un pool di investigatori, con deleghe specifiche: Ausl, ispettorato del lavoro, Guardia di finanza per alcuni aspetti, i carabinieri, e anche i carabinieri del Nil (comando tutela lavoro) per altri, oltre, ovviamente, ai vigili del fuoco. Un gruppo «creato da subito», ha spiegato infine il procuratore capo Amato.
Il Messaggero