Costretti a vivere in un tugurio, minacciati con un fucile e spari ad altezza d'uomo, costretti a lavorare per restare vivi. Con le accuse di sfruttamento del lavoro,...
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Lavoratori agricoli sfruttati e picchiati, cinque arresti nel Viterbese
Sfruttamento, l'imprenditore arrestato nega tutto. L'avvocato: «Offriva anche la colazione ai dipendenti»
Lo stesso, secondo le indagini della Polizia, si sarebbe avvalso di “caporali” deputati alla sorveglianza dei lavoratori e di situazioni alloggiative fatiscenti da destinare ai braccianti agricoli, avvalendosi della complicità di terze persone denunciate in stato di libertà nella stessa operazione della Polizia di Stato
A denunciare la situazione cinque braccianti indiani, stufi delle vessazioni, i quali hanno raccontato di essere stati ripetutamente minacciati dal datore di lavoro con armi da fuoco, modo per spronarli ad accelerare la raccolta e la lavorazione dei prodotti. Alcuni di loro avevano rinunciato all’impiego avrebbero quindi scatenato l’ira dell’imprenditore.
Lo stesso, nella serata del 10 ottobre, all’ennesimo licenziamento di uno dei suoi operai, peraltro in stato di clandestinità poiché privo di titolo a permanere su territori nazionale, avrebbe reagito presentandosi presso l’alloggio dei braccianti per una “lezione”. Avrebbe esploso colpi di fucile all’indirizzo di alcuni di essi, fortunatamente non attingendone alcuno. L’uomo avrebbe passato in rassegna gli attoniti stranieri minacciandoli, puntandogli l’arma alla gola.
Gli agenti hanno cinturato la villa padronale dell’imprenditore agricolo e fatto irruzione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero