Incendio San Giuliano, NitrolChimica distrutta: di cosa si occupa l'azienda, dai solventi ai rifiuti pericolosi

Le fiamme hanno divorato lo stabilimento presente alla periferia di Milano dal 1975

Incendio San Giuliano, NitrolChimica distrutta: di cosa si occupa l'azienda, dai solventi ai rifiuti pericolosi
È stata praticamente distrutta dallo fiamme la Nitrolchimica, azienda che si occupa del recupero di solventi e dello smaltimento di rifiuti pericolosi a...

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È stata praticamente distrutta dallo fiamme la Nitrolchimica, azienda che si occupa del recupero di solventi e dello smaltimento di rifiuti pericolosi a San Giuliano Milanese, nell'incendio che è divampato questa mattina alla periferia di Milano. 

I video diffusi sul web mostrano le fiamme divorare lo stabilimento industriale, con una colonna di fumo nero che invade il cielo. Fumo potenzialmente tossico, data la natura dei materiali presenti all'interno della fabbrica, che ha fatto immediatamente scattare l'allarme delle autorità. Arpa (l'agenzia regionale per l'ambiente) ha avviato il monitoraggio delle condizioni dell'aria mentre il sindaco di San Giuliano ha disposto l'obbligo di tenere chiuse le finestre. 

San Giuliano, incendio devasta azienda chimica: sei feriti, due gravi. Il Comune: «Chiudete le finestre». La polizia: c'è stata un'esplosione

NitrolChimica, l'azienda in fiamme tratta vernici, solventi e rifiuti 

Come si legge sul sito dell'azienda, la NitrolChimica dal 1975 si occupa del recupero dei solventi e dello smaltimento dei rifiuti pericolosi ed è oggi leader nel suo settore per qualità, tecnologia e diversificazione di materiali trattati e recuperati. Nella descrizione presente sul sito sono specificati i materiali lavorati all'interno della fabbrica: «L’esperienza e le competenze specializzate hanno permesso a NitrolChimica di strutturare impianti e processi capaci di trattare solventi organoalogenati e solventi organici presenti nei rifiuti con diversi stati fisici, tra cui solventi liquidi, vernici pastose, resine, decaliti da pulitintolavanderie, morchie solide». 

 

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Il Messaggero