Tra incognite e spauracchi di seconde ondate di Coronavirus, il ritorno a scuola a settembre per gli studenti italiani non si preannuncia facile. Gli spazi delle classi potrebbero...
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Le associazioni di docenti e studenti inoltre denciano la «superficialità con cui in questo periodo sempre più Dirigenti Scolastici pensano di risolvere il problema di avere ampi spazi a disposizione della didattica in presenza utilizzando le palestre - scrivono i promotori della petizione - «Tali ipotesi nascono proprio a seguito dell’assenza di disposizioni scritte e certe che escludano categoricamente questa ipotesi. Ad oggi, gli interventi del Governo, e dei ministeri competenti, si sono limitati a semplici “raccomandazioni”. Nessuna voce si è levata in modo “categorico e definitivo” per sostenere che le palestre sono il luogo dove si deve svolgere esclusivamente la lezione di Educazione-motorio-sportiva. Che quei locali sono stati progettati e attrezzati specificatamente per tale scopo e che ogni destinazione diversa è un abuso destinato a mettere in evidenza l’incompetenza di chi lo commette.
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«Sottrarre le palestre allo scopo per le quali sono state realizzate, significa abolire “d’autorità” l’insegnamento di una materia inserita a pieno titolo nei programmi curriculari della scuola italiana - aggiungono - significa consentire di non rispettare una Legge dello Stato, significa ledere quel “diritto allo studio” sancito e garantito dalla Costituzione italiana».
«E non si venga a sostenere che per un intero anno scolastico i nostri studenti potranno sostituire l’attività pratica di educazione-motorio-sportiva con ore di teoria dello sport, sarebbe anacronistico e squalificante. Si arriverebbe ad aggravare la già devastante condizione psicologica e fisiologica delle nostre giovani generazioni e probabilmente non ci si è resi bene conto di cosa possa significare un anno di sedentarietà», scrive il primo firmatario della petizione, il prof. Ferdinando Bonessio Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero