Recita di Natale senza Gesù, festa “censurata” in una scuola di Agna per non discriminare le famiglie di altre religioni

Una recita di Natale senza riferimenti cattolici per non creare malumori nelle famiglie dei bambini di altre religioni. Ad infuriarsi sono stati i genitori degli alunni cattolici

Recita di Natale senza Gesù, festa “censurata” in una scuola di Agna per non discriminare le famiglie di altre religioni
AGNA - Una recita di Natale senza riferimenti cattolici, senza il nome di Gesù, senza Natività. Per non creare malumori nelle famiglie...

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AGNA - Una recita di Natale senza riferimenti cattolici, senza il nome di Gesù, senza Natività. Per non creare malumori nelle famiglie dei bambini di altre religioni, si sono giustificate le maestre. Risultato: ad infuriarsi sono stati i genitori degli alunni cattolici (e non solo) iscritti alla scuola primaria “Edmondo De Amicis” di Agna, in provincia di Padova. Il saggio in questione è in programma questa mattina, nella scuola facente parte dell’Istituto Comprensivo di Correzzola, Agna e Candiana. Nel Comune della Bassa Padovana non si parla d’altro. «Lunedì scorso, per puro caso, abbiamo scoperto che i testi natalizi da far cantare ai nostri figli sono stati cambiati e modificati - racconta Francesco, il papà di una bambina che frequenta la scuola -. All’inizio non ci potevo credere, poi quando mia moglie mi ha fatto vedere i fogli con le frasi che inizialmente gli alunni avrebbero dovuto cantare, tagliati su determinate parole, non ci ho visto più. Non è possibile che si debba arrivare a questi livelli, tra l’altro senza che noi genitori veniamo messi al corrente delle idee delle maestre».

La chat

Su una chat attivata dalla mamme per essere sempre al corrente delle iniziative della scuola De Amicis, è iniziata ad arrivare una serie di messaggi. «Come genitori ci siamo chiesti se qualcuno era stato messo al corrente di questa decisione - prosegue nel racconto Francesco -. Ma nessuno sapeva niente. A questo punto abbiamo chiesto ai nostri figli, i quali ci hanno raccontato che effettivamente da qualche giorno le maestre avevano consegnato loro i libretti di musica, sui quali stavano esercitandosi da qualche settimana, con i testi natalizi riveduti e corretti, per evitare di ferire i sentimenti di quei bambini che non partecipano all’ora di religione».

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La recita

La recita di Natale, prevista per questa mattina alle 10, avrà così diverse defezioni, per protesta da parte di molte famiglie dei bambini della scuola primaria di Agna. «Ho immediatamente contattato il sindaco Gianluca Piva, il quale si era detto molto dispiaciuto nell’apprendere questa notizia e che si sarebbe interessato in prima persona, verificando con la scuola il motivo di questa decisione. Poi non ho più avuto sue notizie. Mi sono anche rivolto al parroco don Fabio Bertin, il quale mi ha detto che sono cose che possono succedere, trincerandosi dietro i soliti luoghi comuni, legati al fatto che noi dobbiamo essere ospitali con gli altri. Non è però questo il discorso. Non è infatti possibile che venga rovinato il recital dei nostri figli solamente per venire incontro a chi non professa la nostra religione. L’unico che ci ha fornito una spiegazione è l’autore di questo saggio, con tanto di testi proposti da lui, prima che le maestre si prendessero la briga di fare dei tagli. Josè Angel Ramìrez Ragoitia, di Piove di Sacco, maestro di musica della scuola, ci ha raccontato di essere rimasto anch’egli spiazzato da questa iniziativa della scuola. Diverse mamme hanno chiesto spiegazioni nel corso di questa settimana, visto che abbiamo poi appurato che sono stati tolti dalle canzoni in riferimenti a Dio, Gesù e agli Angeli. Dal parroco di Agna e dal sindaco, solo silenzio e il suggerimento che all’origine di tutto ci sia un errore di comunicazione da parte della scuola.

«Dopo qualche discussione con mia moglie - dice un altro genitore - abbiamo deciso che nostra figlia non prenderà parte a questa recita, sia per una questione di principio sia perché ci hanno tolto le cose in cui crediamo. A casa mia non si può dettare legge. Perché dobbiamo sempre noi a doverci fare da parte?».

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Il Messaggero