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Continua il concorso dedicato alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte: in questa seconda fase i componimenti potranno essere inviati entro il prossimo 20 gennaio. Oggi pubblichiamo tre degli elaborati migliori che sono arrivati in redazione in questi ultimi giorni. La pubblicazione dei testi proseguirà.
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Aiutare gli altri mi fa stare bene
Anna Maria Bianconi, 18 anni
Cos'è che mi importa veramente? Qualche mese fa mi sarebbe sembrata una domanda insolita e sarebbe stato molto difficile trovare una risposta. Tuttavia, nella solitudine forzata degli ultimi tempi ho avuto molte occasioni per riflettere e per conoscermi meglio. Mi sono chiesta che tipo di persona fossi e chi volessi diventare. Alla fine ho scoperto quali sono i miei ideali, ovvero ciò che per me ha più rilevanza. Ho compreso la necessità di avere qualcosa in cui credere, che nel mio caso è la fede in Dio, che non va intesa come una verità a cui aggrapparsi per fuggire dalla dura realtà, ma come l'essenza stessa del mondo, la cui bellezza non può essere spiegata nemmeno dai più grandi scienziati.
Ciò che segue nell'ordine di priorità è l'amore che doniamo e che riceviamo, un sentimento che rende ogni cosa più viva e colorata. Non parlo dell'amore privo di imperfezioni che viene narrato nelle fiabe che leggevamo da bambini, ma della capacità di donare noi stessi o un po' del nostro tempo, il coraggio di perdonare e la fiducia che riponiamo in chi ci circonda. Ciò che però può dare davvero uno scopo alla vita è un sogno da inseguire, che nel mio caso è la speranza di lasciare ovunque vada delle tracce del mio passaggio e fare in modo che si tratti di ricordi di gioia.
Spesso però per lasciare un segno ben distinguibile dobbiamo smettere di camminare su sentieri che molti altri hanno percorso e ricoperto di impronte talmente numerose da risultare confuse e irriconoscibili. Dobbiamo avere il coraggio di lasciare il sentiero sicuro e imparare a pensare e ad agire con la nostra testa e ad opporci anche a chi ammiriamo se significa rimanere fedeli a noi stessi.
Infine, ho lasciato la pace interiore come ultimo punto non perché sia meno importante, ma per indurre coloro che stanno leggendo ad una riflessione: essere in pace con noi stessi e con il mondo, accettarci per come siamo per poi migliorare è ciò che porterebbe davvero progresso e serenità nella nostra vita.
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Nelle sfide metto tutta me stessa
Beatrice De Marchi, 15 anni
A volte mi chiedo quali siano le cose importanti per me, i valori in cui credo, le mie priorità, allora mi fermo e rifletto attentamente sulla domanda e cerco di trovare una risposta valida che racchiuda tutte le mie emozioni e sentimenti.
Famiglia e amici il mio baluardo
Angelica Deli, 15 anni
È una quindicenne che oggi vi riconta un po’ di lei, una quindicenne matura ma bambina, responsabile ma spensierata, che pensa solo a godersi a pieno il periodo dell’adolescenza. Il periodo più confuso e rivoluzionario, ma non per questo non posso affermare che per quanto possa essere violento e distruttivo il tornado intorno a me, con i miei occhi o solo con il mio istinto percepirei sempre attorno a me due pilastri, che mi tengono sempre legata a ciò che sono io: la mia famiglia e i miei amici. Per quanto riguarda la mia famiglia non potevo desiderare di meglio, tutti riuniti siamo un gran numero di persone, ma persone che si vogliono bene e che ci saranno per sempre l’uno per l’altro. Nel mio cerchio familiare più ristretto, ci sono genitori fantastici che pur di farci sorridere e non farci mancar niente farebbero di tutto, e due sorelle una più grande e una più piccola pronte a dar fastidio, ma anche ferrate nel far compagnia anche stando soltanto stese sul divano a fissare il soffitto. La cosa più bella che ci possa essere dopo una famiglia serena è l’amicizia. A questa età ce ne sono tanti di amici, ma pochi di quelli veri, puri, con cui ci si sente completati. L’adolescenza è basata su questo, e per quanto possa esser difficile trovare l’amico del cuore, tutti ci riescono, perché sta nell’indole dell’uomo trovare qualcuno con cui confidarsi, di cui fidarsi, con cui sbagliare, poi crescere e poi ancora sbagliare affinché tutto si sistemi nella propria vita. Nella mia vita di tutti i giorni includo lo sport, valvola di sfogo, dove posso esprimermi al 100%, mostrando le mie qualità e adottando un comportamento che si rispecchia nella vita reale. Dallo sport si impara tanto, autocontrollo, rispetto, umiltà, sono solo le prime cose che ci insegna, tutto ciò ci lega inaspettatamente con altre persone nel profondo. Non sono un adulto e non so che aspettarmi dal mio futuro, ma nel mio piccolo me la vivo giorno per giorno, attimo per attimo, godendomi ogni emozione provata in questi anni, che non tornerà mai più, ma sarà scolpita nel mio cuore, per sempre.
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