Ponte Morandi, le vere cause della tragedia: crollo per un tirante corroso

Controlli inadeguati e la corrosione del tirante della pila 9. La tragedia del Ponte Morandi, che il 14 agosto del 2018 è costata la vita a 43 persone, poteva essere...

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Controlli inadeguati e la corrosione del tirante della pila 9. La tragedia del Ponte Morandi, che il 14 agosto del 2018 è costata la vita a 43 persone, poteva essere evitata. Lo scrivono chiaramente i periti nominati dal gip di Genova per individuare le cause del crollo. Un atto d'accusa pesantissimo. La causa scatenante del crollo, spiegano, «è il fenomeno di corrosione a cui è stata soggetta la parte superiore del tirante Sud - lato Genova della pila 9». I tecnici incaricati dal giudice Angela Nutini hanno consegnato la relazione di circa 500 pagine nell'ambito del secondo incidente probatorio durante il quale saranno stabilite le cause e le responsabilità del crollo. Per i pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, coordinati dall'aggiunto Paolo D'ovidio, il collasso del ponte è da imputare a negligenze di Autostrade la società concessionaria mentre, sin da principio, le difese hanno puntato sui difetti strutturali nell'esecuzione dell'opera. Erano 40 i quesiti ai quali i super esperti hanno risposto. Alla corrosione si sarebbe aggiunta la negligenza: «i controlli e le manutenzioni che, se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell'evento».

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MANCANZA DI CONTROLLI
Si legge nella perizia: «La mancanza e/o l'inadeguatezza dei controlli e delle conseguenti azioni correttive costituiscono gli anelli deboli del sistema; se essi, laddove mancanti, fossero stati eseguiti e, laddove eseguiti, lo fossero stati correttamente, avrebbero interrotto la catena causale e l'evento non si sarebbe verificato». E ancora: «Non sono stati individuati fattori indipendenti dallo stato di manutenzione e conservazione del ponte che possano avere concorso a determinare il crollo, come confermato dalle evidenze visive emerse dall'analisi del filmato Ferrometal».
Dal 1993, data dell'ultimo intervento di manutenzione, «non sono stati eseguiti interventi che potessero arrestare il processo di degrado in atto e/o di riparazione dei difetti presenti nelle estremità dei tiranti che, sulla sommità del tirante Sud-lato Genova della pila 9 erano particolarmente gravi». E ancora: «Il tirante Sud-lato Genova della pila 9 ha mostrato un'evidente e gravissima forma di corrosione nella zona di attacco con l'antenna. La corrosione dei cavi primari ha avuto luogo in zone di cavità e mancata iniezione, formatesi nella costruzione del ponte». Per i tecnici i difetti strutturali avrebbero dovuto essere valutati.


RACCOMANDAZIONI IGNORATE


I difetti strutturali non sarebbero un'attenuante perché, spiegano i periti, «sono state trascurate negli anni le indicazioni dello stesso ingegner Morandi con particolare riferimento al degrado degli acciai» dei tiranti. «Il progettista aveva posto attenzione al rischio di corrosione dei cavi. Tali raccomandazioni erano particolarmente importanti e rilevanti tenuto conto della straordinarietà dell'opera. Inoltre - conclude la perizia- dalle prime verifiche, peraltro a breve distanza temporale dall'inaugurazione, sia tecnici del gestore sia lo stesso Morandi avevano evidenziato un già diffuso stato di ammaloramento e proposto modifiche di intervento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero