Le regola è nota: nelle forze dell'ordine non sono ammessi tatuaggi, laddove questi siano visibili su parti del corpo non coperte dalla divisa. Accade, però, che...
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L'ex agente Vigorito si era distinta il 16 ottobre dell'anno scorso, quando, grazie al suo intervento, una maxi-rissa fra sudamericani a Casalpusterlengo (Lodi) è stata sedata senza causare gravi danni. Il gesto di Arianna Vigorito, che in quel momento non era nemmeno in servizio, fu particolarmente apprezzato, tanto da spingere il questore Marcello Cardona a candidarla a un encomio. Ma la sentenza del Consiglio di Stato non fa eccezioni. E poco importa se il tattoo non c'è più, per i giudici quello che conta è che quel tatuaggio esistesse quando l'agente ha fatto domanda. Decine di poliziotti e carabinieri, così, a causa di questa sentenza del marzo scorso hanno dovuto dismettere la divisa, nonostante fossero entrati in servizio da tempo.
Il Messaggero