Il vicino era morto 26 anni fa, ma lei, da allora, avrebbe continuato a intascarne la pensione. La grave accusa è stata mossa nei confronti di un'anziana 75enne, per la...
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Truffa del finto avvocato agli anziani Quattro anni ad una delle “esattrici” Oltre venti le vittime solo a Terni
La truffa si sarebbe realizzata al momento del decesso, quando nessuno ha reso noto a Inps, Inail e Comune la notizia della morte dell'anziano. Sul conto, senza troppa difficoltà, sono continuati ad arrivare soldi. Non solo la pensione, ma anche la reversibilità e una rendita determinata da un infortunio sul lavoro.
Il conto totale ammonterebbe a 369.204 euro, cifra che comprende il periodo tra il giorno della morte dell'anziano e il 2018, anno in cui la vicenda venne alla luce.
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Soltanto a marzo di quell'anno l'Inail chiese spiegazioni. La mancata riscossione di alcune mensilità infatti, aveva destato sospetti. La signora, così, si presentò con una dichiarazione che attestava la morte
dell'anziano risalente, però, 23 gennaio 2018. Il documento, grazie all'ulteriore richiesta del Comune, si rivelò presto un falso. A discolpa, la difesa della donna cercò di dimostrare che la comunicazione della morte non spettasse a lei, ma all'anagrafe. Ipotesi smentita dal Pm con l'appunto che che sul conto cointestato venivano accreditate somme che non le spettavano e, quindi, da comunicare. L'anziana dovrà difendersi dall'accusa di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. La sentenza è attesa per il prossimo 14 ottobre.
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Il Messaggero