Si è trasformato in dramma il pomeriggio di tre adolescenti brianzoli che avevano deciso di fare un percorso di parkour sui tetti della zona industriale di Mariano Comense...
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Parkour sui tetti delle auto dei vigili: denunciati 5 giovani stuntman, lavoravano per Netflix
L'ultima follia a Roma, parkour sulle auto dei vigili urbani
Proprio lì i tre ragazzi avevano deciso di salire e di esercitarsi nel parkour, disciplina che consiste nel superare un percorso urbano con l'utilizzo soltanto dei mezzi che mette a disposizione il nostro corpo: arrampicare, correre, saltare, volteggiare. Secondo una prima ricostruzione, mentre i tre erano in alto, una parte del tetto, non è ancora chiaro se un lucernario o un pannello, certamente non fatti per sopportare il peso di una persona, ha ceduto e il sedicenne è precipitato da un'altezza di circa cinque metri, cadendo all'interno dell'azienda. Sono stati proprio i dipendenti a chiamare i soccorsi, allertati dopo sentito il forte rumore della caduta del corpo.
Cos'è il Parkour, l'evoluzione del percorso di guerra utilizzato nell'addestramento militare
Il ragazzo ha perso conoscenza ed è stato trasporto in elicottero all'ospedale di Como in codice rosso: è in pericolo di vita. All'inizio non si era capito che cosa ci facesse il ragazzo sul tetto, poi è emerso che non era solo e che i ragazzi stavano provando un percorso parkour. Il parkour, disciplina metropolitana nata in Francia negli anni '90, è nata come una evoluzione dell'addestramento militare ed è fatta senza armi o attrezzi, ma usando soltanto le forze a disposizione del corpo: braccia e gambe. In un percorso parkour si salta, si volteggia, si superano ostacoli correndo, saltando, facendo leva con le braccia.
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La disciplina, riconosciuta come sportiva anche dal Coni, in teoria non è pericolosa perché lo scopo non è superare gli ostacoli con destrezza, ma spostarsi nel modo più efficiente possibile. In realtà il parkour è praticato anche come sport estremo, come testimoniano le migliaia di filmati presenti sul web, con milioni e milioni di visualizzazioni, nei quali si vedono atleti arrampicarsi sui grattacieli ed effettuare paurosi e pericolosissimi balzi nel vuoto.
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Il Messaggero