Orche al porto di Genova Prà. L'eccezionale incontro ripreso in un video.

Le incredibili immagini sono di poche ore fa. Documentano l'eccezionale avvistamento di ben tre, forse quattro orche (tra i quali un piccolo) che nuotano nelle acque del porto...

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Le incredibili immagini sono di poche ore fa. Documentano l'eccezionale avvistamento di ben tre, forse quattro orche (tra i quali un piccolo) che nuotano nelle acque del porto di Genova/Prà. Pubblicate da TeleNord e riprese da un anonimo fortunato, rappresentano un pod (branco) a caccia a poche centinaia di metri dalla costa. Inutile sottolineare che, dal momento della diffusione, il filmato ha entusiasmato studiosi e appassionati.





D'altronde, un intero pod di orche che nuota allegramente nel nostro mare non è qualcosa che capita tutti i giorni. Si sono perse? No. Gli avvistamenti di orche, soprattutto nelle acque del Mar Ligure, non sono una novità. Alcune sbiadite immagini, già negli anni 80, sono a documentare quanto, questi splendidi super predatori, apprezzino anche le nostre acque.

Tra le domande che, in questi minuti, si affollano sul web, quelle che riguardano la loro voracità. Innanzitutto, è bene tornare a precisare che non rappresentano alcun pericolo per l'uomo. Nonostante la mole impressionante, possono tranquillamente superare i dieci metri di lunghezza distribuiti su diverse tonnellate di peso, le cosiddette balene assassine, come comunemente vengono chiamate negli Stati Uniti, cacciano delfini, foche, otarie e, quando se ne presenta l'occasione, cuccioli di balena e squali.

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Dotate di una intelligenza non comune, sono capaci di studiare strategie di caccia strabilianti. «Le orche - spiega la biologa Valentina Braccia di Creature del Mare - sono considerate una specie "occasionale" nei mari italiani. Probabilmente, sottolinea, gli esemplari avvistati appartengono ad un pod residente nelle acque dello Stretto di Gibilterra». In ogni caso, le immagini riprese oggi, sono di grande importanza anche e soprattutto dal punto di vista scientifico. Un ulteriore passo in avanti per la comprensione delle abitudini di uno degli ultimi grandi predatori del mare.
Remo Sabatini Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero