Dietro alla visita del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in Israele c'è – come è naturale che sia – l'opera di mediazione...
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Qual è l'aspetto più importante del viaggio di Salvini?
«Senza ombra di dubbio, l'aver avuto la possibilità di mostrargli le complessità di questa regione, le sfide e le opportunità presenti in Israele. E, inoltre, aver potuto visitare il confine settentrionale con il Libano, per mostrargli cosa sta facendo Hezbollah, oltre all'incontro con il primo ministro Netanjahu: con lui sono stati affrontati vari temi, da quelli accademici ad economici a quelli relativi ad altri settori di potenziale cooperazione».
Secondo lei, il ministro è rimasto colpito dai tunnel di Hezbollah?
«Salvini ha detto l'ovvio, a proposito di questa visita: che Hezbollah sia un'organizzazione terroristica non solo per Israele, ma anche per l'Unione Europea, ad esempio, non è più una notizia.
Si è stupito delle polemiche che hanno accompagnato la definizione di Hezbollah come “terroristi”?
«Sì. Hezbollah è un'organizzazione terroristica. Punto. Non c'è altro modo per definirla. La risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, definisce in maniera molto chiara dove dovrebbe e dove non dovrebbe stare Hezbollah. Sfortunatamente, negli ultimi tempi questa organizzazione sta acquistando sempre più potere politico in Libano: il 40% del Parlamento è controllato direttamente o indirettamente da Hezbollah, che tiene in ostaggio la popolazione del Paese».
Si aspetta una visita del M5s in Israele adesso?
«Assolutamente sì. Abbiamo dato parere favorevole ad una serie di incontri tra i due governi, che si vedranno, lo spero, prima della fine del primo quadrimestre del 2019. All'interno di questo governo, che si tratti di Lega o del M5s, ci sono amici di Israele che vogliono fare di più, nell'ambito di un legame che è già molto forte tra l'Italia e il nostro Paese».
La missione di Salvini avrà ora delle ripercussioni pratiche? Ci saranno partnership tra Italia e Israele? «Abbiamo avuto la possibilità di trattare diversi temi economici: da quello del sostegno al gasdotto Eastmed alla cooperazione in ambito accademico e industriale. E' stata una discussione molto aperta e amichevole, quella tra il nostro primo ministro e Salvini, anche relativamente a nuovi accordi da che vanno incoraggiati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero