Hanno messo a soqquadro l’appartamento al terzo piano, hanno preso gioielli e denaro nella cassetta di sicurezza. Ma hanno anche picchiato l’anziana e, con scotch e...
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Alle 11.25 il coniuge, Salvatore Russo, ha aperto la porta con le chiavi, senza segni di effrazione: è entrato assieme all’ultimogenito Gennaro che, per primo, ha visto in faccia l’orrore, ha urlato e ha abbracciato quel corpo massacrato. Ora si dispera: «Povera mamma mia, che cosa ti hanno fatto», piange il quarantenne sul pianerottolo, invocando giustizia. Ma c’è anche altro che tormenta quest’uomo distrutto dal dolore: alle 10.30 Gennaro Russo ha sentito strillare nello stabile, e ha avuto la sensazione che proprio sua madre avesse chiesto aiuto.
«Era in macchina con me, all’altezza di quella Madonnina, sotto il palazzo: se fossimo rientrati avremmo potuto sorprendere sul posto i rapinatori», aggiunge Salvatore, sentito dagli inquirenti nel salotto dell’appartamento accanto al suo, trasformato in centrale operativa per dare immediatamente il via alla caccia agli assassini. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero