La colpa è di un pericoloso parassita, la cocciniglia Tartaruga. Come la Xylella massacra gli olivi, così questo insetto fa morire inesorabilmente i pini. Da tempo...
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Fu sostituito negli anni '90 da un gemello piantato più o meno nello stesso punto e nella stessa inclinazione. Non fa parte degli alberi a rischio imminente per l'attuale epidemia, ma gli agronomi non sono ottimisti: le strategie per combattere il parassita con iniezioni nel fusto non hanno funzionato, l'irrorazione dall'alto è impossibile vista l'alta densità urbana del territorio. Nel giro di tre anni, secondo le previsioni peggiori, potrebbero scomparire i pini in quasi tutta la collina di Posillipo. Gli abitanti della zona sono furiosi, puntano il dito contro l'incuria e gli interventi tardivi. Le strade del quartiere da oasi ombreggiate si stanno trasformando in cimiteri d'alberi: i tronchi segati alla base sono un pugno nell'occhio, monconi del panorama che fu.
«E d'estate camminare sotto il sole battente sarà un inferno», prevedono i residenti. Nei giorni scorsi la commissione Ambiente del Consiglio comunale ha rivolto un sos al Governo: i fondi del bilancio cittadino per il verde pubblico sono del tutto insufficienti a fronteggiare la moria dei pini, servono nuove risorse. Intanto le operazioni di taglio vanno mestamente, inesorabilmente avanti. E chi è uscito in barca nel golfo giura che l'aspetto della collina stia già inesorabilmente cambiando. Re Carlo di Borbone voleva che le vedute napoletane fossero riprodotte il più possibile, anche su vasi e ceramiche, per essere ammirate dal popolo e non solo dai ricchi collezionisti d'arte. Non prevedeva che quelle immagini potessero diventare meste testimonianze di un passato scomparso Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero