Una mancata precedenza a un incrocio, la lite davanti a decine di automobilisti. Una coltellata al petto. Un ragazzo di 28 anni di Trani, Giovanni Di Vito, è...
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«Sono io ad aver litigato con la vittima per una mancata precedenza ad una rotatoria, ma non sono stato io ad averlo colpito a morte. Io non l'ho nemmeno toccato»: Celeste Troia, il falegname 50enne fermato con l'accusa di aver ucciso con un fendente al torace il 28enne Giovanni Di Vito, si è difeso così durante l'interrogatorio davanti al pm di Trani che ha firmato il decreto di fermo per omicidio volontario.
È accusato di aver accoltellato la vittima davanti alla moglie e al figlioletto di 5 anni, tutto per un banalissimo diverbio stradale. Il falegname aveva ancora la maglietta sporca di sangue e le labbra tumefatte quando, nella tarda serata di ieri, è stato fermato ad un posto di controllo dalla polizia. Era bordo della sua Mercedes quando i poliziotti gli hanno imposto l'alt, lo hanno inseguito per qualche centinaio di metri e lo hanno bloccato e ammanettato. Portato davanti al pm di Trani Alessio Marangelli, ha raccontato per tutta la notte, assistito dall'avv.Vincenzo Scianandrone, la sua versione dei fatti, alla quale il magistrato non ha creduto.
A carico del fermato ci sono i racconti di alcuni testimoni della lite (uno dei quali è diventato virale sulle chat di WhatsApp), le tracce di sangue trovate sulla maglietta (sequestrata), le immagini delle telecamere di videosorveglianza e il racconto della moglie della vittima, che però non è stata in grado di riconoscere l'uomo. Anche la Mercedes del presunto assassino è finita sotto sequestro, assieme agli oggetti che si trovano all'interno. Tra questi potrebbe nascondersi l'arma del delitto.
Forse non si tratta di un coltello ma di un arnese da punta e taglio. Sarà l'autopsia a fornire elementi utili per poter risalire all'arma e a confermare se il fendente ha reciso l'aorta del 28enne. Tutto è successo attorno alle 18.45 di giovedì alla rotatoria tra via Palmiro Togliatti e via Corato, alla periferia di Andria. Qui la Mercedes di Troia e la Chevrolet di Di Vito (sulla quale viaggiavano anche la moglie e il figlioletto della vittima) evitano una collisione per una mancata precedenza.
Tutti e due ritengono di aver ragione e ne discutono con foga dai finestrini.
Il Messaggero