«Il salvataggio di vite umane ha reso prestigio» all'Italia dice Sergio Mattarella mentre la nave con 62 migranti salvati al largo della Libia entra a Pozzallo e...
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Parole che arrivano fin sul molo di Pozzallo dove sbarcano i 62 migranti - sessanta uomini e due donne provenienti da Costa d'Avorio, Gambia e Senegal - salvati ieri, mentre il gommone su cui viaggiavano si stava inesorabilmente sgonfiando, da Asso25, un rimorchiatore in servizio presso le piattaforme petrolifere a poche decine di miglia dalle coste di Tripoli. Il soccorso, fanno sapere dal Viminale, è stato gestito in collaborazione tra l'Italia e Malta «in piena sintonia». Una novità assoluta visti gli attriti degli ultimi mesi. La Valletta, che aveva già soccorso centinaia di migranti, ha chiesto un supporto e da Roma è arrivato il via libera a dirottare Asso25, la nave al momento più vicina.
«Questa operazione - dicono dal ministero - conferma la doverosa attenzione per la tutela della vita, la proficua collaborazione con Malta e l'assenza di pregiudizi nei confronti di navi private che accettano il coordinamento degli Stati». Una stoccata alle Ong che Matteo Salvini non amplifica, preferendo invece ringraziare la Cei con la quale ha firmato un protocollo domenica scorsa in occasione dello sbarco di un centinaio di migranti soccorsi dalla Marina Militare. «I pochi che riescono ancora ad arrivare - dice - saranno a carico della Cei, accolti a spese del Vaticano e dei vescovi italiani, che ringrazio. Così ognuno fa la sua parte».
L'intesa, in realtà, si attiva di volta in volta e prevede che, in caso di necessità, la Cei si farà carico di reperire strutture presso le Caritas locali o altre associazioni, cui spetteranno poi i singoli accordi con le prefetture.
Il Messaggero