«Il legame tra Ong per i migranti e scafisti non è mai stato dimostrato». A dirlo è stato Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento, alle...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sea Watch 3, parla uno dei 42 migranti a bordo: «Salvini su alcune cose ha ragione»
«Non è stato fino ad ora provato il preventivo accordo tra trafficanti di esseri umani ed ong. Che non deve essere limitato a un semplice contatto, tipo una telefonata, ma deve esserci una comunicazione del tipo: 'stiamo facendo partire migranti, avvicinatevi e prelevateli'».
Sui requisiti di «straordinaria necessità e urgenza» del decreto sicurezza bis, i dati di Agrigento indicano che «dagli 11.159 migranti sbarcati nel 2017 si è passati ai 1.084 del primo semestre di quest'anno. E quelli soccorsi dalle ong rappresentano una porzione insignificante», ha proseguito.
Patronaggio ha definito «condivisibile» l'obiettivo del provvedimento di «contrastare più efficacemente i trafficanti di uomini con le intercettazioni preventive ed il potenziamento delle operazioni sotto copertura. Ma ci sono criticità sull'illecito amministrativo introdotto dall'articolo 2 del decreto: la norma pone problemi di raccordo con il diritto internazionale e con la normativa interna».
«Il dl sicurezza o altro che fronteggia i trafficanti - ha proseguito - è un atto importante per la sicurezza.
Il «pericolo maggiore» per la sicurezza dell'Italia non sono «i gommoni che arrivano dalla Libia» ma «gli sbarchi fantasma», vale a dire quelle imbarcazioni che riescono a raggiungere le coste italiane senza essere intercettate in mare, ha detto il procuratore di Agrigento sottolineando che la pericolosità è data «sia dalla composizione etnica» di chi segue questa strada per raggiungere l'Europa sia perché a bordo spesso chi sono «soggetti che hanno problemi giudiziari e che, astrattamente, potrebbero essere collegati» a gruppi terroristici o all'Isis. «Chi va sui gommoni fantasma, che generalmente arrivano dalla Tunisia - dice ancora Patronaggio - è evidente che vuole sottrarsi ai controlli, anche perché va tenuto conto che tra la Sicilia e Tunisi c'è un traghetto due volte a settimana».
«Mentre si agitava il caso della Sea Watch 3, negli stessi giorni in silenzio oltre 200 migranti sono sbarcati con vari mezzi, salvataggi di Guardia di finanza e Guardia costiera o barchini», ha ricordato.
«Ci sono indagini in corso sulla zona Sar (Ricerca e soccorso) libica, che funziona solo in relazione all'accordo con l'Italia e senza l'apporto dell'Italia non sarebbe presidiata», ha aggiunto, sottolineando che «la Libia non può essere considerata porto sicuro e dunque non si può respingere verso quel Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero