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La mano russa dietro il boom di partenze e sbarchi di migranti in Italia. E la firma della brigata Wagner, il gruppo di mercenari al servizio di Evgenij Prigozhin, l’oligarca più osservato e temuto da Vladimir Putin. È un sospetto pesante e ad avanzarlo sono i vertici del governo italiano.
IL MONITO
Ieri hanno lanciato l’allarme quasi in contemporanea. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri: «Molti migranti arrivano da aree controllate dal gruppo Wagner. Non vorrei ci fosse un tentativo di spingerli verso l’Italia», ha chiosato in visita a Gerusalemme, a margine di un bilaterale con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. A stretto giro Guido Crosetto: «Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani», l’alert lanciato dal ministro della Difesa. Ma a puntare i riflettori sui militari russi è la stessa premier Giorgia Meloni, convinta che non si possa «lasciar prendere piede in Africa ai mercenari della Wagner». Non solo Cutro. Il barchino rovesciato al largo della Libia domenica, decine i morti, non è che la punta dell’iceberg. All’orizzonte, stando alle stime degli apparati italiani di sicurezza, ci sono decine di migliaia di migranti pronti a salpare verso l’Italia da Libia, Tunisia e Turchia.
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Un’escalation - sembrano indicare i ministri e la premier, reduci da una riunione mattutina a Palazzo Chigi con il titolare del Viminale Matteo Piantedosi e i vertici dei Servizi segreti - che non è solo figlia della disperazione.
LA LINEA DELLA PREMIER
Oggi i dati del Viminale parlano chiaro: in tutto, da inizio anno sono sbarcati in Italia 20.017 migranti, il triplo rispetto all’anno precedente. Una vera emergenza per il governo. Umanitaria e politica. «Più persone partono, più persone si mettono nelle mani di cinici trafficanti e più c’è il rischio che qualcosa vada storto: non credo che questo possa mai essere il modo giusto, umano e responsabile di affrontare questa vicenda» ha detto ieri Meloni intervenendo alla presentazione del libro di padre Antonio Spadaro, “L’Atlante di Francesco”, insieme al Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin con cui ha avuto un lungo incontro. «Abbiamo affrontato la questione dei corridoi umanitari», spiega il cardinale che non risparmia un appunto, «spesso le politiche sono di respingimento, bisognerebbe passare a politiche di accoglienza». E non esclude una visita imminente di papa Francesco a Cutro: «Può darsi che intenda andare». Anche la premier ha dedicato un pensiero alla tragedia sulle coste calabresi e le polemiche seguite: «Siamo stati accusati di cose raccapriccianti. Ma la mia coscienza è a posto».
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