Maximiliano Cinieri, il detenuto malato di Sla torna a casa: concessi i domiciliari dopo 12 istanze

Maximiliano Cinieri, il detenuto malato di Sla torna a casa: concessi i domiciliari dopo 12 istanze
È tornato a casa, dove ora potrà essere curato dalla moglie e dalla figlia Valeria, Maximiliano Cinieri, fino a questa mattina detenuto nel carcere di di Alessandria...

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È tornato a casa, dove ora potrà essere curato dalla moglie e dalla figlia Valeria, Maximiliano Cinieri, fino a questa mattina detenuto nel carcere di di Alessandria nonostante sia affetto da una grave forma di Sla. La Corte d'Appello di Torino ha stabilito che le condizioni dell'ex allenatore di squadre dilettanti di calcio, 45 anni, non sono compatibili con la detenzione e ha accolto la richiesta dell'avvocato difensore, Andrea Furlanetto, concedendogli i domiciliari. Dopo che ben dodici istanze precedenti erano state respinte.

«Anche se in ritardo la giustizia ha fatto il suo corso e per questo dobbiamo ringraziare i medici, i periti della Corte d'Appello che hanno guardato alle cose in maniera imparziale, come doveva essere fatto da subito - commenta Valeria, la figlia del detenuto, residente ad Asti - Il nostro unico obiettivo ora è di cercare di curare mio padre, assisterlo quotidianamente e fargli fare le visite di cui ha bisogno. Inizieremo delle cure sperimentali».

 

Detenuto malato di Sla torna a casa: concessi i domiciliari dopo 12 istanze

Condannato lo scorso novembre in primo grado a otto anni per usura ed estorsione, in un processo con rito abbreviato nell'ambito di una inchiesta dei carabinieri di Imperia, l'uomo è in atesa del secondo grado. A dicembre gli è stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica e in pochi mesi ha perso l'uso delle braccia e delle gambe e non riusciva più a deglutire e a nutrirsi da solo. È incominciata così una battaglia mediatica, portata avanti proprio dalla figlia: nonostante dodici istanze e quattro perizie mediche il gip del Tribunale di Asti e il Tribunale del Riesame avevano sempre confermato il carcere. Dietro le sbarre era stato affiancato da un compagno di cella che lo aiutava a vestirsi, a nutrirsi e che lo accompagnava nella vita dententiva. Nelle ultime settimane le condizioni di salute di Cinieri sono peggiorate e il suo difensore ha presentato un'altra perizia medico legale che, oltre a confermare la Sla bulbare, accerta altre patologie importanti come il diabete e una cardiopatia.

Prima di questa mattina c'erano state anche le relazioni dal primario di Neurologia dell'ospedale d'Alessandria, degli specialisti del Cresla di Torino e del medico del carcere. Tutti concordi sull'incompatibilità. Eppure il medico legale nominato dal gip, il 22 marzo scorso, pur confermando l'esistenza della Sla, esprimeva il parere che lo stato di salute di Cinieri era «assolutamente compatibile con il carcere» visto che la malattia si trovava in una fase iniziale e che quindi le cure e gli esami potevano essere approntate in carcere. Non la pensano così, invece, i giudici della Corte d'Appello di Torino: «Le condizioni di salute di Cinieri - scrivono - sono da ritenersi incompatibili con la detenzione in carcere, deve essere accolta la richiesta di sostituzione della misura cautelare in atto con gli arresti domiciliari a casa».

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Il Messaggero