«Celebrare la giornata del Ricordo significa rivivere una grande tragedia italiana, vissuta allo snodo del passaggio tra la II guerra mondiale e l'inizio della guerra...
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«Non si trattò - come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare - di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni», ha spiegato il presidente della repubblica. «Solo dopo la caduta del muro di Berlino - il più vistoso, ma purtroppo non l'unico simbolo della divisione europea - una paziente e coraggiosa opera di ricerca storiografica, non senza vani e inaccettabili tentativi di delegittimazione, ha fatto piena luce sulla tragedia delle foibe e del successivo esodo - ha continuato il Capo dello Stato - restituendo questa pagina strappata alla storia e all'identità della nazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero