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TRAPANI Lei lo aveva “graziato” ritirando la querela durante il processo per stalking. Lui l’ha ammazzata a colpi di fucile mercoledì sera nelle campagne di Marsala. Poi si è suicidato con la stessa arma. Marisa Leo aveva 39 anni, era nata a Salemi, e si occupava di marketing e comunicazione per la cantina vinicola “Colomba Bianca” di Mazara del Vallo. Il suo ex compagno, 42 anni, originario di Valderice, faceva il vivaista. Non si era rassegnato alla fine della relazione e ha scaricato la sua rabbia sulla donna che lo aveva reso padre. Ora, oltre al tantissimo dolore dei parenti e degli amici, c’è anche una bimba rimasta orfana ad appena quattro anni e di cui si prendono cura i nonni materni.
LA TRAPPOLA
È mercoledì sera quando inizia il dramma. La telefonata di un automobilista segnala al 112 che un uomo si è suicidato lungo l’autostrada Mazara del Vallo-Palermo, tra gli svincoli di Alcamo ovest e Castellammare del Golfo. Interviene la Polstrada. Gli agenti trovano l’auto, una Porsche Cayenne, ferma sul ciglio della carreggiata. Il corpo di Angelo Reina è finito giù dal viadotto. Il rinculo dell’arma probabilmente lo ha fatto sbalzare ed è precipitato da un’altezza di diversi metri. Il caso passa agli agenti della Squadra mobile di Trapani che risalgono in fretta alla sua identità e trovano un dettaglio che li allarma. Nel 2020 Reina è stato denunciato dalla ex compagna ed è finito a processo per stalking. L’ipotesi del femminicidio si fa concreta. Cercano di contattare la donna. Nessuna risposta. Chiamano i genitori della trentanovenne da cui apprendono che la figlia è uscita per andare ad un appuntamento con l’ex compagno. Non sanno perché abbia voluto incontrarla, ma sanno che devono vedersi al vivaio. In casa ci sono la nipote e la figlia di Marisa. Si precipitano nell’azienda che l’uomo gestisce con i familiari in contrada Ferla, nelle campagne fra Mazara del Vallo e Marsala. Ed è qui che in un fabbricato rurale trovano il corpo senza vita della povera Marisa, colpita da almeno tre colpi di carabina al torace. È in una pozza di sangue. Sarà l’autopsia a chiarire il numero esatto e la traiettoria dei colpi. E bisognerà capire se Marina e l’ex abbiano iniziato a discutere e la situazione sia degenerata oppure, come appare più probabile, l’uomo le abbia teso un agguato. L’ha convinta a raggiungerla con la scusa di parlare e le ha sparato a bruciapelo. Aveva studiato il piano di morte.
IL LUNGO INCUBO
Marisa ha pagato con la vita la sua grande generosità.
L’ULTIMO SEGNALE
Due giorni fa la drammatica certezza che l’uomo covasse sentimenti di vendetta. «Avevamo lavorato tutto il giorno insieme in ufficio – racconta il direttore della casa vinicola Giuseppe Gambino – ed è stata lei a dirmi che, appena usciva dalla cantina, sarebbe dovuta andare a prendere la bambina». «Era una persona splendida – spiega l’avvocato Lorenzo Marchese, che l’ha assistita nel processo penale – solare, propositiva, innamorata della vita e di sua figlia. Ed è per tutelare la figlia che ha deciso di ritirare la querela. Una scelta personale su cui nessuno può sindacare». Tre anni dopo essere scampato alla condanna Reina ha ripagato il grande cuore di Marina con il piombo di una carabina. Ora c’è una bimba che crescerà senza l’affetto della madre, barbaramente assassinata da un uomo che diceva di amarla.
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Il Messaggero