«Associazione a delinquere di stampo mafioso». Per i giudici d'appello quella del Mondo di Mezzo è «mafia». La terza Corte d'Appello di Roma...
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Mondo di mezzo, in Cassazione cade l'accusa di mafia: resta solo l'associazione per delinquere
Mafia Capitale, domani ultimo appello. Il legale di Buzzi: «La mafia fa comodo a tutti»
Con Buzzi e Carminati, i reati di mafia vengono riconosciuti per altri 16, tra i quali Luca Gramazio e Franco Panzironi. I giudici riconoscono l'associazione a delinquere di stampo mafioso, l'aggravante mafiosa o il concorso esterno, a vario titolo, anche per Claudio Bolla condannato a 4 anni e 5 mesi, Riccardo Brugia 11 anni e 4 mesi, Emanuela Bugitti 3 anni e 8 mesi, Claudio Caldarelli 9 anni e 4 mesi, Matteo Calvio 10 anni e 4 mesi. Condannati, tra gli altri, anche Paolo Di Ninno 6 anni e 3 mesi, Agostino Gaglianone 4 anni e 10 mesi, Alessandra Garrone 6 anni e 6 mesi, Luca Gramazio 8 anni e 8 mesi, Carlo Maria Guaranì 4 anni e 10 mesi, Giovanni Lacopo 5 anni e 4 mesi (poi deceduto), Roberto Lacopo 8 anni, Michele Nacamulli 3 anni e 11 mesi, Franco Panzironi 8 anni e 7 mesi, Carlo Pucci 7 anni e 8 mesi e Fabrizio Franco Testa 9 anni e 4 mesi, Mirko Coratti 4 anni e 6 mesi, Andrea Tassone 5 anni. Assolti, invece, Stefano Bravo, Pierina Chiaravalle, Giuseppe Ietto, Sergio Menichelli e Daniele Pulcini, con la formula «per non aver commesso il fatto».
Assolta «perchè il fatto non costituisce reato» anche Nadia Cerrito, contabile della Coop 29 giugno. Confermata l'assoluzione per Rocco Ruotolo e Salvatore Ruggiero. «Abbiamo sempre detto che le sentenze vanno rispettate. Lo abbiamo fatto in primo grado e lo faremo anche adesso - aveva detto commentando il verdetto d'Appello il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, in aula assieme al pm Luca Tescaroli in applicazione ai sostituti procuratori generali Antonio Sensale e Pietro Catalani - La corte d'appello ha deciso che l'associazione criminale che avevamo portato in giudizio era di stampo mafioso e utilizzava il metodo mafioso. Era una questione di diritto che evidentemente i giudici hanno ritenuto fondata».
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Di opinione opposta le difese degli imputati. «Quanto accaduto è grave, è un fatto assolutamente stigmatizzabile l'aver riconosciuto la mafia. È una bruttissima pagina per la giustizia del nostro Paese», aveva sottolineato il difensore di Salvatore Buzzi, Alessandro Diddi, parlando al termine della sentenza d'appello.
Il Messaggero