Maxiprocesso Spada, la sindaca Raggi: «Si può parlare di mafia a Roma». Zingaretti: «Vince lo Stato»

Maxiprocesso Spada, la sindaca Raggi: «Si può parlare di mafia a Roma». Zingaretti: «Vince lo Stato»
«Questa sentenza riconosce che sul litorale di Roma c'è la mafia. Si può parlare di mafia a Roma. Ringrazio magistratura e forze dell'ordine e...

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«Questa sentenza riconosce che sul litorale di Roma c'è la mafia. Si può parlare di mafia a Roma. Ringrazio magistratura e forze dell'ordine e soprattutto quei cittadini che denunciano la criminalità. Io sono qui per stare accanto a quei cittadini. Restituire fiducia ai cittadini onesti che per troppo tempo hanno avuto paura». Lo ha detto la sindaca della Capitale, Virginia Raggi, a margine della sentenza sul clan Spada di Ostia.


«Soddisfazione per sentenza contro clan Spada. Ringrazio magistratura, forze dell'ordine e chi ogni giorno combatte in prima fila contro le mafie. Istituzioni e cittadini onesti se uniti vincono sempre. Io continuerò #ATestaAlta la battaglia per la legalità», ha ribadito poi su twitter la sindaca. 


«Sentenza # Spada, vince lo Stato, perde la mafia. Vincono i cittadini! #Ostia». Così il governatore del Lazio e segretario del Pd Nicola Zingaretti commenta su Twitter la sentenza del maxiprocesso. 
 

Una «vittoria di tutti» secondo i parlamentari del M5S in commissione Antimafia. «La condanna di primo grado per mafia, appena pronunciata dalla Corte d'Assise di Roma, a carico di diversi soggetti ritenuti membri del clan Spada permette di iniziare a dare un nome ben preciso a chi mette quotidianamente in pericolo i cittadini. Si chiamano mafiosi e utilizzano modalità subdole come prevaricazione, ricatto, violenza Questa condanna - aggiungono - dimostra che se la criminalità si organizza, lo Stato ha struttura e anticorpi ancora più forti. Se si arriverà a una condanna definitiva dello stesso tenore sarà una vittoria di tutti e un tassello in più per riappropriarsi dei nostri territori, il cui controllo spetta legittimamente alle Istituzioni e non alla malavita».
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Il Messaggero