Sarebbe dovuta essere una lezione tutta particolare, quella che aveva organizzato una maestra di una scuola elementare della provincia di Verbania, in Piemonte. La docente...
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Nel frattempo, però, la notizia della particolarità di quella lezione sarebbe arrivata anche presso la sede locale della Lav, quella di Verbano-Cusio-Ossola che, immediatamente, si era attivata informando la scuola di alcune norme che, evidentemente, erano state dimenticate. Come quella del 2008 e denominata "Nota sull'impiego di animali nelle scuole primarie e secondarie-divieto uso di animali e obbligo di utilizzo metodi alternativi" del Ministero dell'Istruzione, dove viene chiarito che "la tutela giuridica degli animali è disciplinata dalla legge 189 del 2004 che sanziona le uccisioni non necessitate all'articolo 544 bis c.p. per cui l'animale è un bene penalmente rilevante da tutelare".
Insomma, per farla breve, il Ministero ribadisce "il principio secondo il quale l'impiego degli animali va evitato quando esistano metodi alternativi e che, in ambito didattico, è molto vasta e variegata la disponibilità sul mercato, di supporti didattici alternativi utilizzabili per lo studio dell'anatomia, la fisiologia, la biochimica e discipline affini, riconosciuti come metodi scientificamente e pedagogicamente più validi dell'uso degli animali stessi". Così, con il dirigente scolastico che ha subito bloccato l'esperimento, il coltello è stato riposto. Tutti, pesce compreso, sembra siano rimasti a bocca aperta. E qualcuno, forse, ha risolto il pranzo.
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Il Messaggero